Viterbo
DUE COSE, CHE SONO UNA

di PEPPE SINI

In questa antica citta’ da mesi e mesi ormai si sono infittite le aggressioni squadriste di un gruppuscolo di picchiatori nazisti. Ormai tante ragazze e tanti ragazzi non possono piu’ entrare in certi bar e gelaterie, non possono piu’ passare per certe strade del centro, non possono piu’ passeggiare a tarda sera, perche’ hanno paura di essere aggrediti, picchiati, massacrati.

Il sindaco di questa antica citta’ emana un’ordinanza "per la sicurezza" che sulle aggressioni naziste ovviamente sorvola, ed invece reca sadici interventi per perseguitare i poveri, per impedire la carita’, per costringere chi e’ nel bisogno a nascondersi, ad aver paura delle pubbliche istituzioni che invece dovrebbero proteggerlo, assisterlo, aiutarlo.

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Oltre vent’anni fa - lo ho raccontato tante volte, lo faccio una volta di piu’ - quando coordinavo la campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, cercavo di spiegare che l’apartheid non era un esotico residuo del passato: era una grave minaccia per il nostro comune futuro; e cosi’ la nostra solidarieta’ con le sorelle e i fratelli che in Sudafrica lottavano per abbattere il regime della segregazione razziale, era in realta’ il riconoscimento che loro stavano lottando anche per noi, per la nostra liberta’, per il nostro futuro; e quella nostra solidarieta’ era quindi in realta’ un gesto di gratitudine.

Poi l’apartheid in Sudafrica almeno in ambito legislativo e istituzionale e’ stato sconfitto, ma da anni tragicamente dilaga su scala planetaria; giorno dopo giorno la furia razzista si va espandendo e consolidando in Europa e in Italia. In questa attuale situazione ancora piu’ necessario ed urgente mi sembra contrastare sia la violenza dei picchiatori da strada, sia la violenza dei manipoli che bivaccano nelle istituzioni e che il razzismo stanno introducendo nella legislazione e nell’amministrazione, negli atti e nei comportamenti degli stessi pubblici ufficiali.

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Il truce teppista nazista che ti aspetta per strada brandendo la lama, e il pubblico amministratore che ridanciano scatena la caccia al povero e all’oppresso - trovando subito zelanti esecutori -, ebbene, vestono diversamente, parlano diversamente, si presentano diversamente, ma la loro azione segue una medesima scellerata logica.

Quelle azioni - il pestaggio brutale e l’ordinanza persecutoria (o la delibera, il regolamento, la circolare, il decreto, la legge razzista) - sembrano due cose diverse: ed invece vi e’ tra esse una sostanziale continuita’.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 598 del 4 ottobre 2008



Sabato, 04 ottobre 2008