Riflessione
Dalla parte dei bambini

di LUIGI CANCRINI

[Dal quotidiano "L’Unita’" del 3 luglio 2008 col titolo "Dalla parte dei bambini. Anche rom" e il sommario "Difficile pensare a degli esperti che abbiano suggerito a Maroni di dire pubblicamente che il suo provvedimento e’ rivolto alla tutela dei bambini rom".

Biografia di Luigi Cancrini


I bambini nomadi di cui ricordo di piu’ le storie sono quelli che abbiamo accolto e curato al Centro aiuto al bambino maltrattato e famiglia. Avevano subito abusi sessuali documentati purtroppo dalle malattie veneree che avevano contratto. Vivono oggi in famiglie che li hanno adottati al termine di processi di cura lunghi e pazienti. Hanno vite sane e normali perche’ un numero importante di persone competenti si sono occupate di loro. Delle loro vicende e del loro recupero. Come dovrebbe accadere per tutti i bambini che vivono situazioni di difficolta’.

Ho pensato piu’ volte in questi giorni a questi bambini mentre ascoltavo la freddezza ostile di un ministro della Repubblica deciso a "tutelare" l’infanzia che vive nei campi dei nomadi con il piu’ classico dei procedimenti di polizia, la schedatura attraverso le impronte digitali.

Chiedendomi che rapporto ci sia fra la rilevazione delle impronte e la tutela dei bambini. Chiedendomi se il ministro sa di cosa parla quando usa parole piu’ grandi di lui come "tutela dei bambini".

Immaginiamo, per rispondere alla prima di queste domande, l’ufficio di polizia che custodisce le impronte dei minori rom. Le usera’, consultando uno schedario, di fronte ad un furto avvenuto in casa del ministro o di un amico del ministro o di una persona comunque di cui il nostro ministro vuole tutelare i beni. Collegare le impronte lasciate nella casa del derubato ad un nome, ad un bambino fornira’ forse un aiuto alle indagini anche se e’ facile pensare che il mandante o i mandanti dei furti non incontreranno difficolta’ particolari nell’addestrare i bambini all’uso dei guanti. A nulla serviranno le impronte, invece, nel caso di cui tanto si parla dei bambini che mendicano o che soffrono altri tipi di violenze. Perche’? L’esperienza del Centro antimendicita’ del Comune di Roma, quella degli enti che si occupano quotidianamente dell’inserimento scolastico e della salute dei bambini Rom, quella piu’ specifica dei centri che si occupano dei bambini (rom e non rom, italiani ed extracomunitari) che subiscono altri tipi di violenze o di abuso, e quella complessiva dei Tribunali per i minorenni dimostra con chiarezza, su migliaia di casi, che identificare il bambino che si vuole tutelare non e’ mai difficile. Lui/lei sa bene chi e’ e lo dice, e i suoi famigliari, pur negando o minimizzando le violenze, vengono sempre a cercarlo ed a rivendicare il loro diritto ad averlo/a con loro. Nei rari casi in cui la situazione e’ cosi’ grave da metter loro paura semplicemente fuggono. Aprendo le strade all’apertura di una procedura di abbandono e di adottabilita’.

Difficile, per chi ha esperienza diretta di questo tipo di situazioni, pensare a degli esperti che abbiano suggerito a Maroni di dire pubblicamente che il suo provvedimento e’ rivolto alla tutela dei bambini rom. La sua sembra la battuta difensiva di chi, avendo urlato contro persone oggetto di pregiudizio da parte dei suoi elettori piu’ ottusi, cerca di difendersi dalle critiche che inevitabilmente gli piovono addosso. L’unico precedente che so trovare e’ quello del nazismo che giustificava l’uccisione dei pazienti psichiatrici e degli handicappati gravi dicendo, ai famigliari che protestavano, che lo si faceva per il loro bene, per evitare loro "inutili" sofferenze. Il cinismo che traspare da questo tipo di giustificazione, del resto, e’ il correlato naturale del razzismo che ispiro’ allora Hitler ed i suoi e che ispira oggi l’iniziativa politica di un movimento che non e’ eversivo solo quando parla di scendere in piazza con i fucili. La convinzione di essere figlio di una razza superiore (ariana o padana) e di poter, per questo motivo, giudicare, insultare, sottoporre a procedure umilianti coloro che a questa razza superiore non appartengono, si trasforma in una forma pericolosa (e spregevole) di terrorismo ideologico nel momento in cui non e’ oggetto solo dei discorsi da osteria delle persone con la camicia verde ma anche, che lui lo sappia o no, delle azioni di un uomo di governo. Quelle che andrebbero chieste a gran voce in questa situazione in un Paese civile sono le dimissioni di un ministro che tradisce in modo indecente la Costituzione cui ha giurato fedelta’: con le dita incrociate dietro la schiena, magari, come pare abbiano fatto spesso i ministri padani. Quello di cui poi parleremo ancora un giorno, se un giorno ancora di politica si riuscira’ a parlare, e’ l’insieme dei provvedimenti necessari per tutelare sul serio quelli fra i bambini rom (e non rom) che vivono situazioni in cui quella che a loro e’ negata e’ soprattutto l’infanzia. Permettendomi io di ricordare, a chi dice che nessuno lo aveva mai fatto, che per due volte ho proposto insieme ad altri parlamentari della Commissione Infanzia, in sede di discussione sulla Finanziaria per il 2007 e per il 2008, emendamenti centrati sul finanziamento di progetti specifici di intervento per l’integrazione dei bambini che vivono in contesti (come i campi nomadi) di particolare difficolta’ e che la piccola cifra stanziata per questo scopo dal Governo di Prodi e’ stata subito cancellata da quello di Berlusconi: con il provvedimento che aboliva l’Ici. Quali che siano le nostre opinioni politiche, quello che non andrebbe dimenticato mai e’ il principio di realta’: ed e’ il principio di realta’ a dirci che tutelare i bambini che vivono in situazioni di grande difficolta’ economica, culturale e sociale e’ possibile solo se si finanziano dei progetti per farlo. Mettendo in campo gli uomini e i mezzi, le competenze professionali e le generosita’ necessarie per aiutarli a vivere.

L’estate e’ arrivata e i bambini senza problemi stanno gia’ in vacanza. Il fatto che i piu’ poveri ed i piu’ sfortunati se ne stiano li’ nei campi aspettando che i rappresentanti di un paese democratico si occupino di loro solo per identificarli rilevando le loro impronte fa male a me ed a molti altri, ma dovrebbe far male soprattutto a chi, godendosi le sue ville ed i suoi paradisi privati, pensava e pensa di poter porre riparo ai problemi del paese con dei provvedimenti che sono semplicemente indecenti. Dall’alto, evidentemente, di un orgoglio mal riposto e di una stupidita’ che non teme confronti.

Tratto da
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Numero 506 del 4 luglio 2008



Venerd́, 04 luglio 2008