Antefatto I: Bussolengo, 29 aprile 2008. Lintolleranza delle istituzioni e delle autorità locali nei confronti di Rom e Sinti ha raggiunto livelli di guardia. La propaganda razzista condotta, sia a livello locale che nazionale, da politici e media ha instillato nella cittadinanza - poco più di 19 mila abitanti - vero e proprio odio razziale nei confronti dei "nomadi". Nellintervento dei consiglieri comunali di Bussolengo, pubblicato in allegato alla deliberazione n° 24, datata 29 aprile 2008, si rimarca fra gli obiettivi delle istituzioni locali "l’eliminazione della sosta degli zingari sul nostro territorio".
Antefatto II: Rimini, 12 agosto 2008. Abbiamo incontrato a Rimini una coppia di Rom italiani, provenienti da Bussolengo. "A Bussolengo e nei paesi limitrofi, Pescantina, Settimo, Valeggio, Balconi, il razzismo contro noi zingari peggiora ogni giorno.," ci hanno detto. "Ci guardano tutti di sbieco, come se fossimo criminali o appestati. Non abbiamo nessuna possibilità di sopravvivenza, specie se abbiamo bambini e la sola alternativa che ci resta è quella di andare lontano dal nostro paese per chiedere lelemosina o arrangiarci, anche con qualche furtarello, lo ammettiamo".
I fatti: Bussolengo, 5 settembre 2008. E mezzogiorno e tre famiglie Rom italiane hanno parcheggiato le proprie auto e roulotte in un parcheggio comunale . Le famiglie hanno stretti rapporti di parentela; sono composte da Angelo e Sonia Campos con i loro cinque figli minori, dal figlio maggiorenne con la moglie e due figli minori e dal cognato con la moglie e tre figli minori. Ecco il resoconto dei fatti che seguono alla loro sosta, tratto da un articolo pubblicato sul sito delassociazione Sucar Drom:
Mentre stavano preparando il pranzo una pattuglia di Vigili urbani è arrivata e ha intimato alle tre famiglie di sgomberare. Le famiglie hanno spiegato che avrebbero mangiato e sarebbero subito ripartite. Dopo alcuni minuti, intorno alle ore 13.00, è giunta nel parcheggio una pattuglia dei Carabinieri ed è successo il finimondo. Hanno intimato immediatamente lo sgombero e hanno subito iniziato a picchiare le persone, minorenni compresi. In quel momento entrava nel parcheggio Denis Rossetto con moglie e figlio e anche lui è stato immediatamente coinvolto. Tutti sono stati portati in caserma e per sei ore e mezza sono rimasti in balia di una violenza inaudita. In particolare un figlio di Angelo e Sonia Campos è stato picchiato selvaggiamente, tanto da fargli perdere tre denti. Ma non è tutto perché qui avviene l’inimmaginabile: un carabiniere immobilizza il bambino di undici anni e gli immerge ripetutamente e completamente la testa in un secchio pieno di acqua, mentre un altro carabiniere divertito filma la scena con il telefonino. Poi un carabiniere si è denudato e ha invitato sempre il bambino di undici anni ad avere un rapporto orale. Alle 19.30 finisce l’incubo e sono rilasciati tutti, all’infuori di Angelo e Sonia Campos e Denis Rossetto che vengono accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Sabato mattina c’è stata la prima udienza e i tre “accusati” avevano difficoltà a camminare per le violenze ricevute. In queste ore l’associazione Nevo Gipen (Brescia) sta supportando le famiglie nella presentazione della denuncia. Noi di sucardrom non abbiamo parole per commentare quanto raccontato dagli attivisti di Nevo Gipen, speriamo che la magistratura faccia piena luce su questo episodio gravissimo di chiara matrice razzista. Invitiamo tutti i lettori a rilanciare la notizia per evitare insabbiamenti.
I Carabinieri hanno smentito la versione fornita dai componenti delle tre famiglie, capovolgendone i termini e affermando che sarebbero stati i Rom ad aggredire gli agenti, i quali si sarebbero difesi. E prassi comune delle forze dellordine, in questi casi, negare qualsiasi responsabilità da parte degli uomini in divisa, anche di fronte a prove schiaccianti, come nel caso del pestaggio del pastore evangelico Rom romeno Stelian Covaciu e dei maltrattamenti di sua figlia Rebecca, premio Unicef 2007 per lIntercultura, azioni punitive perpetrate da agenti di polizia nello scorso mese di giugno. Anche episodi di intimidazione a sfondo sessuale, nei confronti di bambini e ragazzini Rom, da parte di agenti di pubblica sicurezza non sono purtroppo rari. Noi stessi abbiamo raccolto testimonianze in tal senso a Milano (insediamento di via Triboniano e - numerosi - in zona Lambrate), Monza e Roma. Tuttavia, va concesso il beneficio del dubbio ai carabinieri coinvolti in questo episodio. Ecco perché il nostro gruppo ha chiesto alle autorità locali un incontro con i membri delle tre famiglie Rom e con gli agenti accusati di aver commesso i terribili abusi descritti sopra. Nel caso ci venisse accordata lopportunità di verificare - attraverso opportune controindagini - come si sono realmente svolti gli eventi, una psicologa di grande esperienza ci accompagnerà nel corso di tutti i colloqui. Vi terremo aggiornati sugli esiti della nostra richiesta, che diffonderemo attraverso i nostri portali.
Gruppo EveryOne Roberto Malini, Dario Picciau, Matteo Pegoraro
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Mercoledì, 10 settembre 2008
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