Dal 14 al 21 ottobre: settimana globale contro il Debito
«Chiamata all’azione contro la povertà»

di ANTONELLA VISINTIN

«QUANDO offro del cibo a un povero mi chiamano santo. Quando doman­do perché il povero non ha ci­bo mi chiamano comunista», diceva l’arcivescovo brasilia­no Dom Helder Camara. Nell’aprile 2005 le chiese han­no realizzato insieme alla so­cietà civile dei gruppi sul com­mercio giusto coinvolgendo 10 milioni di persone in 80 Paesi. Il primo grande evento globale che chiamava a far di­ventare storia la povertà.
Quest’anno il calendario - studiato in collaborazione con la campagna per il giubi­leo e la settimana globale contro il Debito e le istituzio­ni finanziarie internazionali - sarà così articolato: il 15 otto­bre è il giorno per «ergersi contro la povertà», promosso dalla «Chiamata all’azione contro la povertà» (l’organiz­zazione mondiale che si pre­figge di far diventare storia la povertà). Il 16 è la giornata mondiale del cibo. Il 17 è la Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà. Il 19-21 si svolge l’incontro an­nuale congiunto della Banca mondiale e del Fondo mone­tario internazionale.
Diceva Martin Luther King Jr: «La vera compassione è qualcosa di più di gettare
una moneta a un mendican­te; essa ha a che vedere con il fatto che un edificio che produce mendicanti deve essere ristrutturato».
Contrariamente a quanto i media diffondono, la globaliz­zazione ha aumentato la fame attraverso il dumping sociale, la concentrazione economica, l’imposizione degli Ogm, la desertificazione e l’alterazione dei cicli vitali dell’acqua e del carbonio. È di questi giorni la notizia che in Sardegna fra le 5000 e 7000 aziende agricole e pastorali sono con la vendita all’asta al secondo o terzo in­canto. Non è più crisi, è sem­plicemente un disastro che coinvolge la vita di decine di migliaia di persone. Agricolto­ri, pastori, braccianti sono ri­dotti alla disperazione. I prin­cipali protagonisti di questa storia sono Monsanto, Du-Pont, Syngenta, Limagrain per la produzione di semi, fertiliz­zanti e pesticidi; Cargill, ADM, Tyson Foods, Bunge per la tra­sformazione del raccolto; Ne-stlé, Kraft, Unilever, PepsiCo per la produzione di alimenti; Walmart, Carrefour, Metro e Tesco per la distribuzione.
Che cosa possiamo fare dall’Occidente sazio e bulimico? Una rivoluzione dei con­sumi in termini di volumi, composizione e provenienze prendendo sul serio il diritto
alla sovranità alimentare e op­ponendo resistenza alla diffu­sione di Ogm sia in forme in­dividuali attraverso le scelte di consumo sia in forme orga­nizzate come l’adesione alla campagna «www.liberidaogm.org» promossa dalla Coa­lizione «Italia Europa - Liberi da Ogm» (un vasto schiera­mento costituito dalle mag­giori organizzazioni degli agri­coltori, del commercio, della moderna distribuzione, del­l’artigianato, della piccola e media impresa, dei consuma­tori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale, delle autonomie locali).
Il materiale prodotto da Ecumenical advocacy alliance (www.tradeweek.org) of­fre spunti e materiali per le chiese che volessero realiz­zare marce, petizioni, culti, campagne, mostre, lobbies, magari in collaborazione con organizzazioni laiche.
Dare corpo alla Confessio­ne di Accra vuol dire coraggiosamente smettere di legit­timare la politica di potenza armata nei confronti del Sud allo scopo di non perdere terreno in quei rapporti di forza che consentono di te­nere bassi i costi dell’energia e delle materie prime affa­mando e assetando chi intralcia la nostra razzia.

Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 143 - numero 39 - 12 ottobre 2007. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo



Mercoledì, 17 ottobre 2007