Documento della Conferenza Episcopale Calabrese "sul problema della mafia"

Riportiamo di seguito le notizie, riprese dall’agenzia ASCA e dall’agenzia SIR, su una lettera del Consiglio Episcopale Calabrese "sul problema della mafia". Dopo il trasferimento del Vescovo di Locri Bregantini a Campobasso, non sappiamo quanto questo documento rispecchi effettivamente una volontà vera di impegno contro la mafia dell’episcopato calabrese, e non sia invece un modo per far digerire quel trasferimento senza poi tradursi in nulla di concreto. Quello che riportano le agenzie di stampa sembra buono e a noi non resta che registrarlo. Rimane il dubbio che il documento è stato presentato come un documento "sul problema della mafia" e non come un documento "contro la mafia" che avrebbe avuto ben altro rilievo. Ma, come si dice in questi casi, "se son rose fioriranno".


Da agenzia ASCA


(ASCA) - Cosenza, 12 nov - In occasione della Settimana di Formazione Biblica, che si apre oggi e si conclude il 16 novembre, Mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha disposto la distribuzione del Documento dell’Episcopato Calabrese per ’’Annunciare il Vangelo della vita nella nostra terra per un futuro di giustizia e di Carita’’’.

La lettera dei Vescovi si apre con una citazione del Vangelo di Luca, che ne diventa anche titolo ’’Se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo’’: si tratta di un versetto nel quale Gesu’, con il linguaggio ’’profetico’, invita alla conversione il suo popolo.

’’La lettera che noi Vescovi consegniamo ai sacerdoti, ai religiosi e al laicato della nostra diocesi - ha dichiarato monsignor Nunnari - e che ufficialmente dovra’ essere consegnata alle parrocchie il giorno di Cristo Re, domenica 25 novembre, vuole essere la testimonianza che l’episcopato calabrese non parla con una voce afona, ma annuncia con forza, speranza e coraggio, nell’ambito di un vasto percorso di impegno e di servizio alla nostra terra il Vangelo di Cristo che spezza le catene dell’ingiustizia, rinnova i cuori e l’intera societa’’’.

Questa lettera segna l’impegno forte della Conferenza Episcopale Calabra, che unitamente ha manifestato la volonta’ di pubblicare dopo il convegno della Caritas regionale sulle mafie in Calabria, un Documento ’’per ricordare a tutti - si legge nella presentazione - ma in particolar modo ai credenti l’importanza di tenere sempre desta l’attenzione sul problema della mafia per tentare di liberare da questo male la nostra popolazione’’.

Gia’ nel febbraio 2005 era stata diffusa la Nota della Cec ’’Il Vangelo della speranza per la nostra terra di Calabria oggi’’ nella quale si invitavano i cristiani calabresi ’’ad una coerente testimonianza per dare speranza alla amata ed oppressa Calabria’’. Infine, va ricordato che l’episcopato calabro pubblico’ il 30 novembre del 1975 la famosa ’’Lettera contro la mafia’’ che fu definita ’’disonorante piaga della societa’’’, che rimase come fondamento del forte impegno di condanna dell’agire mafioso e come punto di partenza per la conversione della pastorale e dell’impegno sociale della Chiesa calabrese. red/cam/sr
(Asca)


Da Agenzia SIR del 12/11/2007


12/11/2007 16:20
MAFIA: VESCOVI CALABRIA, “LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI” SPETTA ALLO STATO, NON “AL PADRINO”


“Simpatizzare con una concezione dei valori della vita quale quella mafiosa è contrario al Vangelo e al bene della società e dell’uomo, perché l’appartenenza o la vicinanza ai clan non sono un titolo di vanto o di forza, bensì di disonore e debolezza”. Da qui l’esortazione dei vescovi calabresi a “compiere ogni sforzo per rinunciare ad atteggiamenti che possano alimentare il fenomeno mafioso”, “non solo mediante la condanna di tutte le forme di violenza, ma anche avendo sempre presente che la risoluzione dei problemi personali non va affidata al padrino di turno, ma a chi è a ciò preposto dall’autorità dello Stato”. È un passaggio della lettera scritta dalla Conferenza episcopale calabra (Cec) sul problema della mafia, dal titolo “Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo. Annunciare il Vangelo della vita nella nostra terra per un futuro di giustizia e di carità”. Il documento, che verrà letto nelle parrocchie il prossimo 25 novembre, invita a “un’autentica conversione di vita – spiega il presidente della Cec, mons. Vittorio Mondello – per una coerente testimonianza cristiana che possa dare nuova speranza a questa amata ed oppressa Calabria”.


Contro un potere mafioso che “permea di sé sia i singoli sia le istituzioni”, si legge nel documento, deve svilupparsi un “senso critico capace di discernere i valori e le autentiche esigenze evangeliche”. “Se da un lato inquietano certe accuse di connivenza” tra criminalità e politica, “dall’altro risalta, specialmente per il cristiano, la necessità dell’impegno nella polis, come espressione della carità e dell’amore che il credente vive in Cristo”. La “carità politica” e i “frequenti casi di corruzione”, scrivono i vescovi, “ci spingono non solo a sollecitare la politica al recupero del valore di servizio, ma ancor più ad esortare i cristiani a non disertare questo servizio”. “Dinanzi alla progressiva perdita dei valori di solidarietà – proseguono nel documento - facciamoci strumenti di lotta ai mercanti di morte, ovunque essi si annidino e qualunque panni indossino: siano essi mafiosi o detrattori della vita”. Allo stesso tempo “rinnoviamo l’attenzione agli ultimi e agli emarginati”. Nella lettera viene poi chiesto un “impegno consapevole” a vescovi, sacerdoti, religiosi e operatori pastorali per maturare “una profonda coscienza della responsabilità”, “coltivando una vita di preghiera e carità e coniugando per primi, nel nostro quotidiano, autenticità, coerenza, amore per il prossimo, giustizia e legalità”.

I presuli ribadiscono inoltre la “centralità della pastorale familiare”, un impegno “forte” della scuola e chiedono al Signore di far “emergere” persone “sagge” che, “al di là dell’appartenenza ai diversi schieramenti politici, sappiano elaborare percorsi legislativi e di amministrazione della cosa pubblica in grado di contrastare l’espansione del fenomeno mafioso”. Vicinanza viene espressa verso la magistratura e le forze dell’ordine, con “un plauso per l’impegno costante della loro opera, spesso nascosta o travisata”. “Vicinanza” anche agli imprenditori, chiedendo “tutela legislativa e istituzionale”, verso coloro che “scelgono di difendere il loro onesto operato senza cedere a ricatti”. “Essi sappiano – scrivono i vescovi - che non saranno abbandonati a se stessi, ma potranno contare sull’appoggio a tutto tondo dei pastori e della comunità cristiana”. Un invito anche ai giovani, affinché “non perdano l’entusiasmo” e divengano “protagonisti della carità e della promozione umana, coltivando valori di onestà, giustizia e legalità, per costruire assieme quel futuro che appartiene a tutti, ma specialmente a loro”.



Martedì, 13 novembre 2007