Cristianesimo ed omosessualità
Una suora lesbica rompe il silenzio

Testimonianza tradotta da Sara è già pubblicata su www.gionata.org

Articolo originale Lesbian Religious
http://cclonline.org/index.php?id=43


Appena ho reso nota la mia decisione di uscire dal mio ordine religioso un’amica ha condiviso con me il suo dispiacere. Ma se nel mio cammino di fede ho ascoltato la verità, le attuali disposizioni sull’omosessualità della chiesa istituzionale non convalidano o supportano questa verità. Io posso dire che tutti i gay e tutte le lesbiche sono dotati/e da Dio del proprio orientamento sessuale, perciò non si deve indirizzare la persona omosessuale a vivere la propria vita evitando di avere una vita di relazione secondo il proprio orientamento. A mio parere questo insegnamento "ufficiale" non onora il dono che Dio ci ha fatto.

Pat O’Donnel, una suora Domenicana che viveva a Tucson (Arizona, Stati Uniti), ha contribuito a scrivere il libro (Religiose Lesbiche: Rompere il Slenzio) firmando la sua storia con il suo nome completo, non solo per rispetto verso di lei ma anche per aiutare le tante altre persone che stanno facendo un cammino simile. Il suo contributo al libro lo ha visto come una parte importante del suo lavoro di consulente olistica. Come immediata conseguenza del suo gesto Pat ha perso il suo lavoro di accompagnatrice spirituale al Picture Rocks Retreat. Comunque è rimasta a Tucson per continuare il suo lavoro. Attualmente sta cercando di mettersi in proprio come consulente olistica e ha deciso di lasciare il suo ordine religioso.

Appena ho fatto conoscere la mia decisione di uscire dal mio ordine religioso un’amica ha condiviso con me il suo dispiacere. Ha detto che io, come religiosa, ero una "referente" per lei.
Per essere onesta il lavoro spirituale, personale e interiore, di una religiosa non è il suo solo nutrimento, ma si attinge a questa sorgente di energia per confortare, istruire e risanare gli altri. E per essere efficace nel nostro ministero - che è anche ministero "attivo" - si deve essere consci della nostra crescita interiore e della nostra spiritualità.

Ma può una religiosa essere anche una referente per il lavoro interiore di un’altra persona? No! Nessuna persona può accettare la responsabilità di farsi carico del cammino interiore di un’altra. Noi possiamo solo intensificare il lavoro interiore degli altri facendoli uscire dalle loro paure, assistendoli verso una presa di coscienza e una consapevolezza delle proprie difficoltà. Come compagne di viaggio, possiamo condividere degli strumenti lungo la strada. Ma il vero lavoro interiore, l’integrazione del sé, è un cammino personale e nessuno può fare un lavoro di sviluppo spirituale per un’altra persona.

La vità ci deve spingere a sviluppare i doni innati, che ognuna di noi riceve. Ognuno è chiamato a riconoscere il suo dono personale, per possederlo ed essere pronto a condividerlo con gli altri. Questa chiamata è per tutte le donne, non è limitata solo alle religiose.
Questo è il motivo per cui tutte le donne sono chiamate ad essere donne religiose (spirituali), anche se non tutte sono chiamate ad entrare in un ordine religioso.
Quindi, quelle di voi che vedono le religiose come le proprie referenti, hanno bisogno di rivalutarsi un po’.
Forse siete state scottate dalla chiesa istituzionale e a causa del vostro dolore ve ne siete allontanate? Ma in questo conflitto non gettate via anche la vostra spiritualità. Perchè non tocca certo alle religiose fare il vostro lavoro interiore a posto vostro.

Io mi sto confrontando con la stessa situazione e mentre prendo le distanze dall’istituzione, scelgo di non buttare via la mia spiritualità. Sto uscendo dalla vita religiosa ma non sto rinunciando al mio cammino spirituale, perché il mio lavoro interiore deve continuare mentre mi muovo verso l’interezza. Mi rifiuto di permettere alla chiesa istituzionale di rubarmi questo potere!

Nel mio cammino ho ascoltato la verità, ma le attuali disposizioni sull’omosessualità della chiesa istituzionale non convalidano o supportano questa verità. Io posso dire che tutti i gay e tutte le lesbiche sono dotati/e da Dio del proprio orientamento sessuale, perciò non si deve indirizzare la persona omosessuale a vivere la propria vita evitando di avere una vita di relazione secondo il proprio orientamento. A mio parere questo insegnamento "ufficiale" non onora il dono che Dio ci ha fatto dell’individualità.

Il mio ministero al Picture Rocks Retreat mi è stato tolto proprio a causa del mio "coming aut pubblico". La chiesa istituzionale vuole ridurmi così al silenzio a causa del mio aperto contributo al libro "Suore Lesbiche: Rompere il Silenzio". Vuole mettere cosi in catene le persone per impedirgli una presa di coscienza della realtà lesbica e gay.
Io lodo il New Ways Ministry (Ministero delle Nuove Vie) nel suo tentativo di aiutare le persone, nel raccogliere informazioni e di promuovere la comprensione delle tematiche gay e lesbiche. Come potrei passar sopra ai tentativi della chiesa istituzionale di sopprimere questi gruppi di lavoro e di mantenere le persone nell’ignoranza?

La conoscenza e la consapevolezza aiuterebbero a parlare di questi temi e di conseguenza verrebbero richieste direttive più giuste. E alla fine il cambiamento sarebbe obbligato nella chiesa cattolica e bisognerebbe finalmente affrontare il tema della sessualità. A dispetto delle sue paure, la chiesa istituzionale dovrebbe finalmente affrontare le sue ombre e fare il suo cammino interiore!

Qualunque sia la sua ragione (o le sue ragioni), non posso assumermi nessuna responsabilità per la chiesa istituzionale. Ciò che posso fare è essere responsabile della mia crescita interiore. Io devo rispettare la vita che Dio mi ha donata. Perché come ho affermato in ’Viaggio da Sogno verso Me Stessa’ (in Religiose Lesbiche: Rompere il Silenzio): "sono venuta nel deserto per affrontare la verità - o morire. Là ho trovato un’altra donna, la Me che avevo messo sotto chiave così a lungo. Ora sono a casa con quella Me, piena di vita e del mio amore per gli altri. Ho ancora delle paure, naturalmente... Ma più importante delle mie paure è essere come sono. Nessun ladro mi potrà mai più rubare quel potere".

Io scelgo di vivere. Qual’è invece la tua scelta?



Sabato, 26 gennaio 2008