Lettera aperta ad Alberto Ruggin nel giorno in cui il suo parroco l’ha cacciato dal coro

di Gianni Geraci

Caro Alberto, certamente il tuo parroco non ha capito il grande valore della scelta che hai fatto quando hai deciso di non nascondere pìù la tua omosessualità. Non c’è infatti nulla di male nell’essere attratti da una persona del proprio sesso. Il male è piuttosto legato all’ipocrisia in cui spesso si vive questa condizione. Tu hai scelto di abbandonare questa ipocrisia e, così facendo, hai senz’altro fatto la volontà di Dio: Gesù, infatti, nel Vangelo, non condanna mai l’omosessualità, mentre spesso usa parole molto dure nei confronti dell’ipocrisia. E’ quindi dall’abbandono dell’ipocrisia che inizia il cammino di conversione a cui il Signore ci chiama. Continua a pregare caro Alberto, continua ad animare le liturgie a cui partecipi, ma soprattutto, continua a cantare, perchè il tuo canto, adesso, è senz’altro molto più gradito a Dio.

E vedrai che alla fine, non solo il tuo parroco, ma anche tutti i perbenisti che ora ti condannano, capiranno che anche tu sei fatto a immagine e somiglianza di quel Dio in cui convivono le infinite sfaccettature dell’unico amore.

Gianni Geraci
Presidente del Gruppo del Guado - Omosessuali Cristiani - Milano



Mercoledì, 21 novembre 2007