Riceviamo da Cinzia Ricci (per contatti http://www.cinziaricci.it/ e molto volentieri pubblichiamo.
(4 Giugno 2007 - Pubblicato su http://www.cinziaricci.it/editoriali-ila.htm)
Siamo alla beffa, all’insulto, tanto più irritante perché partorito o perlomeno sostenuto
da chi certi argomenti dovrebbe conoscerli MOLTO bene dimostrando maggior rispetto, pudore
e cognizione. Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma il riferimento all’imperituro De
Giorgi - ex presidente dell’Arci Gay Toscana, oggi consulente e delegato regionale contro
le discriminazioni sessuali (?!), è evidente e, ahinoi, inevitabile.
Le transessuali emarginate non trovano occupazione perché non sanno fare nulla tranne
prostituirsi? Nessuno le assume perché è preferibile evitare chiacchiere e imbarazzi,
perché datori di lavoro, maestranze e clienti manifestano insofferenza se non proprio
ostilità nei confronti di quello che non capiscono, conoscono? Intanto dimostrino (le
trans) – certificato alla mano – di “soffrire di disturbo dell’identità di genere”, poi,
se il personale del centro per limpiego di Pistoia (certamente senza essere stato
adeguatamente “formato”) lo riterrà opportuno, riceveranno una scintillante Card prepagata
chiamata Ila (Individual Learning Account, pare già a disposizione delle persone
disoccupate senza altre specifiche) con la quale potranno frequentare corsi di
qualificazione professionale concordati in base all’esperienza lavorativa e alla
formazione scolastica sino ad esaurimento o alla scadenza della stessa, entro e non oltre
due anni (da ora, dalla consegna della card, dal versamento della prima trance? Non è dato
saperlo). 2.500 euro per salvare le poverette, levarle dalla strada, inserirle nel mondo
del lavoro! Pura propaganda politico-affaristica, robetta per gonzi, buona solo per chi
ormai si beve tutto, minzioni incluse.
Bene estendere questa opportunità anche alle persone in transizione, ma non era ovvio che
la fosse già? O c’erano delle limitazioni sottese che escludevano certe categorie a
vantaggio di altre, dei codicilli che non conoscevamo, magari scritti piccoli piccoli da
qualche parte? E se non c’erano, perché far passare qualcosa di cui chiunque poteva godere
sin dallinizio come una straordinaria concessione, una conquista, un generoso, illuminato
gesto di civiltà? Oppure, ma ci sembra fantascienza, personale qualificato, preparato a
trattare le problematiche legate alla disforia di genere, ai diritti negati, si accinge a
inaugurare corsi specifici, mirati per transessuali? In tal caso non ad essi dovrebbero
essere destinati, ma a tutti gli altri - amministratori pubblici per primi.
Qualunque risposta possano avere le nostre domande, ci sembra ovvio che i maggiori
beneficiari della benemerita iniziativa siano gli istituti che smerciano corsi
professionali a pagamento, i quali si vedono magicamente, miracolosamente destinare
150mila euro senza nemmeno doversi fare pubblicità. E siccome saggezza popolare insegna
che “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca sempre”, ci piacerebbe sapere se e chi,
fra gli estensori dell’obolo salvifico, abbia interessi personali diretti o indiretti, non
solo politici ma anche economici, in questa faccenda. Rimarremo con la curiosità.
Cosa dire poi delle sventurate indigenti costrette a prostituirsi (alle altre nulla?) che
saranno passate ai raggi X, costrette ad offrirsi al ludibrio degli incolpevoli impiegati
e, successivamente, dei formatori più che mai bisognosi di formazione? Cosa dire di queste
signore (sì, perdinci – chi se ne frega dell’anagrafe!) che dovranno concordare con il
personale del centro per l’impiego il corso più adatto alle proprie esperienze lavorative
e al proprio livello scolastico? Su cosa dovranno ripiegare se non abbastanza adeguate?
Assistenza domiciliare notturna? Segretaria d’azienda badante il padrone lontano da occhi
indiscreti? E, seppur più o meno speditamente incamminate verso il genere femminile,
preferissero diventare mastri carpentieri, fabbri, muratori? Se non avessero nemmeno la
licenza della scuola media inferiore? Se in Toscana pagassero le tasse ma non vi avessero
la residenza? Se non avessero mai potuto lavorare regolarmente un giorno nella loro vita a
causa del pregiudizio, dello stigma sociale? Se non volessero operarsi scontentando così i
dementi che ci governano, che pontificano, che ci rappresentano, circondano, anche
all’interno del movimento LGBT*? Ammesso che vogliano o possano farsi ammaestrare, dopo,
chi le assumerà, cosa ci faranno con il loro bel diplomino? Infine: se, per mancanza di
sciagurate allaltezza dei requisiti richiesti, quei 150mila euro elargiti dal Fondo
Sociale Europeo non andassero a chi li aspetta (di certo non le transessuali), che fine
faranno? O questo o nulla? Prendere o lasciare con tutto quello che sarebbe necessario
fare in questo paese per tirarci fuori dalla melma?
Vladimir Luxuria che si spella le mani dichiarando che la Regione Toscana è
all’avanguardia, che ha «colpito nel segno», Simoncini, De Giorgi & Co. che si offendono
per le critiche e difendono la loro stratosferica pensata - chi vogliono prendere in giro?
E cos’è questo silenzio? Perché, a parte la destra per ragioni opposte a ciò che è
ragionevole, nessuno parla ancora, scrive, s’indigna, gliele canta come meritano? Non
sanno i bravi capoccioni muti e parlanti che le transessuali che affollano i viali, 2.500
euro li tirano su in un mese, senza farsi mancare niente? Lì, proprio sulla strada o nel
chiuso di una stanza pagata a peso d’oro, lì dove a tutti sta bene che restino perché la
loro vista non turbi, disturbi o seduca. Se davvero a qualcuno interessasse la loro sorte
oltre che il decoro urbano, altro proporrebbe e, soprattutto, altro farebbe - a cominciare
da una campagna culturale seriamente educativa, anche mediatica, contro chi predica l’odio
e il disprezzo, contro le disparità e le discriminazioni, contro il maschilismo imperante,
la cultura dello stupro e della prevaricazione, contro la omo, lesbo e transfobia,
partendo dalle scuole, i luoghi di lavoro, per finire negli uffici pubblici, nelle sedi di
partito e dentro i palazzi del governo dove il marcio alligna e dilaga, come una cancrena
inarrestabile che tutto avvolge e inghiotte.
Abbiamo bisogno di leggi moderne, adeguate, giuste, civili, laiche, non ideologiche,
ipocrite, confessionali, conservatrici. Abbiamo bisogno di garanzie, tutele, diritti – non
elemosine. Abbiamo bisogno di azioni concrete e risolutive, di scelte oneste, coerenti,
coraggiose, consapevoli – e loro cosa fanno, cosa danno? Pacche sulle spalle e qualche
monetina.
Vergognatevi! Banchettate sulla pelle di persone che la pelle la rischiano, davvero, ogni
istante – paradossalmente per salvarsela.
Tuttavia capiamo, sappiamo, non siamo sprovveduti: voi, forti dei vostri privilegi, dei
vostri sporchi affari, del potere che vi siete presi e vi abbiamo dato, cosa ne sapete,
cosa potete saperne? A voi, di loro, di noi, in fondo che v’importa?
C. Ricci
www.cinziaricci.it
Martedì, 05 giugno 2007
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