Cristianesimo ed omosessualità
Lomosessualità in San Paolo e lamore dimenticato
Riflessioni bibliche di M.S.
Ci sono tre passi negli scritti di S. Paolo che si è pensato possano riguardare le relazioni omosessuali: Romani 1,26-27, 1 Corinzi 6,9-10, 1 Timoteo 1,9-10. Derivano da essi le maggiori argomentazioni del Nuovo testamento contro l’omosessualità in quanto "intrinsecamente immorale". Ma siamo sicuri che è questo il loro senso? Scriveva giustamente don Tonino Bello “ci sono tante parole del Vangelo che noi abbiamo addomesticato, le abbiamo ridotte, le abbiamo decurtate, così per ridurle agli spazi della nostra prudenza umana". Un biblista ci offre alcune riflessioni su questi passi controversi. don Tonino Bello Carissimi, apro questo mio breve pensiero con le parole di don Tonino Bello, con quest’invito chiaro e forte ad essere testimoni di quell’evento salvifico, trasmessoci dagli apostoli, frutto di una scelta d’amore per la salvezza di tutti gli uomini. Mi chiedete di commentare San Paolo, bene, e lo farò con lo stesso Paolo. D’altronde, come si suol dire, la Scrittura si commenta con la Scrittura…ed io userò questo criterio. Faccio solo una premessa: in questo mio breve commento non terrò conto dell’autenticità o attribuzione delle epistole. Sarebbe un discorso troppo lungo. D’altronde, fin quando si continuerà a dire: “Dalla lettera di San Paolo apostolo a...” è bello credere, nonostante l’esegesi moderna ci illumina che non è così, che sia tutto opera di Paolo.
"Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l’amore, niente mi giova. Ci sono tre passi negli scritti di S. Paolo che si è pensato possano riguardare le relazioni omosessuali: Romani 1,26-27: «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni verso gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento». 1 Corinti 6,9-10: «[...] Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati (malakoi — Vulg. molles), né sodomiti (arsenokoitai — Vulg. masculorum concubinatores), né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio». 1 Timoteo 1,9-10: «[...] sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli [...] per i pervertiti (arsenokoitai — Vulg. masculorum concubinatores) [...] e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina». Da Rm 1,26-27 deriva la maggiore argomentazione del Nuovo Testamento contro l’omosessualità in quanto intrinsecamente immorale. Come si può notare tutto ciò che San Paolo condanna è tutto quello che viene fatto senza amore. Il metro di misura della moralità cattolica cristiana è l’AMORE. Amore nel senso più alto del termine, AGAPE, amore gratuito, che spinge a donare la vita per gli altri. Ci sarebbero intere pagine, ma sarebbero solo parole. Purtroppo, come ci ricorda don Tonino, “sono tante le parole del Vangelo che noi abbiamo addomesticato, decurtato…..dimenticato”. Basterebbe ricordare come, quando e perché nasce la Chiesa. Come: Durante una cena a cui erano presenti un traditore, un rinnegatore, un incredulo…..e altri otto fuggitivi….nell’ora della prova. Quando: poche ore prima dell’evento salvifico più grande di tutta la storia….evento che riguarda tutti gli uomini. Perché: per fa si che tutti, (e non lo dico io!) basterebbe ricordare “Prendete e mangiatene tutti”, senza nessuna esclusione. Perché, ciò che conta e come si fanno le cose. Per san Paolo è naturale condannare pratiche già condannate nell’Antico Testamento. D’altronde basta non dimenticare le sue origini. Giovedì, 28 agosto 2008 |