Gay pride 2008
Per una maschilità de-generante!

di Rete degli uomini contro la violenza alle donne

Da anni ci interroghiamo in quanto uomini sui modi con cui si determina la violenza maschile contro le donne. Dall’ottobre del 2006, dopo aver promosso un appello pubblico contro la violenza alle donne, a cui hanno aderito centinaia di uomini di tutta Italia, abbiamo dato vita ad una rete nazionale di uomini impegnati su questo tema. Di questa rete fanno parte maschi di diverso orientamento sessuale.
Abbiamo verificato nei nostri vissuti e posto alla base del nostro modo di fare politica quello che molti studi, ricerche ma anche istituzioni hanno oggi ammesso: la cultura patriarcale e maschilista è uno dei principali fattori grazie ai quali permane nelle varie società, nelle culture e negli individui la spinta ad opprimere e sopprimere le voci che vorrebbero rompere quello schema per ottenere libertà e autodeterminazione. Dal confronto con le donne, abbiamo imparato a percepirci come una delle possibilità di guardare il mondo, non come quella che deve costituire la norma. Siamo diventati consapevoli che ciò che in maniera neutra chiamavamo "Storia" (e, di volta in volta, "Scienza", "Cultura", "Politica", ...) era in effetti il dispositivo sessuato con cui il maschile tradizionale nascondeva la propria parzialità e costruiva il mondo del proprio dominio.
Educati sin da piccoli al predominio in quanto uomini, non è stato e non è semplice guardare alle donne come soggetti auto-determinati. Ma è ancora più difficile essere consapevoli delle differenze fra noi uomini, anche a partire dall’orientamento sessuale, e ascoltare le differenti declinazioni di quell’esperienza comune che è l’essere un corpo di uomo. Per entrambe le "sponde", l’insegnamento del patriarcato e del maschilismo egemone è diventato parte della propria carne: per alcuni con il godimento di un "dividendo", per altri con la sofferenza dello stigma di una devianza, ma tutti paghiamo il costo di un impoverimento delle nostre emozioni e delle nostre relazioni. Abbiamo capito invece che per essere più liberi, bisogna lavorare per de-costruire non solo i modelli di relazione con le donne, ma anche quelli più sottili e più profondi che abbiamo incorporato e che stabiliscono i confini fra "I Veri Uomini" e gli esclusi.
E così infatti che tantissimi tra noi uomini si privano della possibilità di costruire tra loro relazioni ricche, intense e soddisfacenti; si separano gli uni dagli altri, rimanendo isolati e impossibilitati a esprimersi e a mettere in gioco se stessi, la propria libertà, il proprio desiderio, le proprie emozioni in relazione e alla pari con altri e altre. Combattere l’omofobia innanzitutto dentro ognuno di noi, e poi nel senso comune, nella società, nella cultura, nell’immaginario, è una tappa fondamentale della nostra liberazione, per vivere vite più piene e soddisfacenti, per costruire relazioni più sane e ricche tra noi uomini, e realizzare una nuova civiltà di relazioni e di libertà tra uomini e donne. Il maschile come lo immaginiamo noi è una trama complessa, composta da tante traiettorie: sentiamo che siamo collegati l’uno all’altro a prescindere da quelle che sono le nostre scelte e i nostri orientamenti (o forse proprio grazie a quelli).
Pensiamo come uomini sia necessario combattere uno dei regimi totalitari più potenti della storia dell’umanità: la "religione maschile"! Il maschile tradizionale che fino ad oggi è stato egemone... è morto! Possiamo finalmente tutti e tutte de-generarci!!
Per questo invitiamo tutti gli uomini che si sentono chiamati in causa da queste parole a partecipare con noi e a rendere visibile la loro presenza al Gay Pride nazionale convocato a Bologna il 28 Giugno 2008.
Giustamente questa giornata evoca l’orgoglio! I gay tra di noi esprimono oggi con gioia l’orgoglio di essere se stessi, gli etero tra di noi dicono pubblicamente: Siamo orgogliosi di voi! Siete una parte preziosa dell’universo maschile!!



Mercoledì, 25 giugno 2008