La violenza nascosta, quotidiana e per questo sfibrante contro le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender (GLBT) è divenuta ormai orribilmente visibile. Latto del padre che a Palermo ha accoltellato il figlio omosessuale “per onore e vergogna” è motivo certo di aperta indignazione, ma anche di riflessione dal momento che la violenza nei confronti delle persone GLBT non è solo episodica, costituendo solo dei casi eclatanti, ma può ormai considerarsi sistematica. Per fermare tale violenza occorre che le istituzioni al più presto intervengano non a parole ma con provvedimenti legislativi. Situazioni come quella palermitana non fanno altro infatti che richiamare lattenzione su fattispecie ignorate dal nostro ordinamento legislativo e quanto mai necessarie, mi riferisco allurgenza di norme che individuino e puniscano i crimini dodio e la loro istigazione, ovvero tutti quegli atti e comportamenti violenti determinati da pregiudizi e stereotipi che generano discriminazioni di genere, appartenenza etnica e orientamento sessuale. Il crimine dodio commesso in particolare nei confronti di una persona omosessuale in quanto omosessuale è motivo di danno non solo per la persona fisica che ne è colpita ma per lintera comunità delle persone GLBT, perché non solo ha un impatto diretto e specifico ma costituisce un attacco simbolico nei confronti del gruppo discriminato cui appartiene la vittima. Appare dunque necessario animare un dibattito pubblico e insieme programmi di intervento assai necessari allinterno delle istituzioni e della società civile affinché a tutte le persone che fanno parte di minoranze, comprese quelle sessuali, venga garantito il semplice diritto a vivere serenamente la propria vita. Piero Montana Consulente del sindaco di Bagheria in materia di pari opportunità
Mercoledì, 28 maggio 2008
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