Contro la violenza nei confronti dei gay

di Piero Montana

La violenza nascosta, quotidiana e per questo sfibrante contro le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender (GLBT) è divenuta ormai orribilmente visibile.
L’atto del padre che a Palermo ha accoltellato il figlio omosessuale “per onore e vergogna” è motivo certo di aperta indignazione, ma anche di riflessione dal momento che la violenza nei confronti delle persone GLBT non è solo episodica, costituendo solo dei casi eclatanti, ma può ormai considerarsi sistematica.
Per fermare tale violenza occorre che le istituzioni al più presto intervengano non a parole ma con provvedimenti legislativi.
Situazioni come quella palermitana non fanno altro infatti che richiamare l’attenzione su fattispecie ignorate dal nostro ordinamento legislativo e quanto mai necessarie, mi riferisco all’urgenza di norme che individuino e puniscano i crimini d’odio e la loro istigazione, ovvero tutti quegli atti e comportamenti violenti determinati da pregiudizi e stereotipi che generano discriminazioni di genere, appartenenza etnica e orientamento sessuale.
Il crimine d’odio commesso in particolare nei confronti di una persona omosessuale in quanto omosessuale è motivo di danno non solo per la persona fisica che ne è colpita ma per l’intera comunità delle persone GLBT, perché non solo ha un impatto diretto e specifico ma costituisce un attacco simbolico nei confronti del gruppo discriminato cui appartiene la vittima.
Appare dunque necessario animare un dibattito pubblico e insieme programmi di intervento assai necessari all’interno delle istituzioni e della società civile affinché a tutte le persone che fanno parte di minoranze, comprese quelle sessuali, venga garantito il semplice diritto a vivere serenamente la propria vita.

Piero Montana
Consulente del sindaco di Bagheria in materia di pari opportunità



Mercoledì, 28 maggio 2008