A Roma ennesimo pestaggio di alcuni gay

Rassegna stampa


ARTICOLO REPUBBLICA PESTAGGIO GAY - 10 settembre 2008
da Repubblica Roma
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"I sassi e le urla: l´Italia non vuole i gay"
Massimo Lugli
Il racconto della coppia omosessuale aggredita in via dei Fori Imperiali

«Urlavano: non avete capito niente, per quelli come voi in questo Paese non c´è più posto. Ve ne dovete andare. Poi gli sputi, le pietre, le bottiglie scagliate dall´altro. Ma non abbiamo avuto paura, a far male è il senso di rifiuto, il disprezzo per chi è diverso da loro, la sensazione che purtroppo il clima sta veramente cambiando... . Qualche anno fa il mio compagno, a Bologna, andava in giro col suo ragazzo tenendosi mano nella mano e la gente li fermava per dire: bravi, fate bene, non dovete nascondervi. Oggi nella mia città capita di sentirsi gridare: brutti froci. E a Roma purtroppo è peggio».

C´è più amarezza che tensione nella voce di Cristian, 29 anni, uno dei ragazzi aggrediti la notte di lunedì in via dei Fori Imperiali, l´ennesimo episodio di violenza omofoba nella capitale dopo il pestaggio di una ragazza che lavora al "Coming Out", a luglio e dell´aggressione al Dj Cristian Flors, a maggio.

Una vicenda su cui stanno ora indagando i carabinieri della compagnia di piazza Dante anche se le possibilità di rintracciare gli assalitori (almeno una decina, tutti giovanissimi) sembrano estremamente remote. Bolognese, Cristian lavora come assistente per persone disabili e ha vissuto a Roma per molti anni.

«Il mio compagno lavora a Terni - continua il ventinovenne che, come si dice, ha fatto "outing" e non ha alcun problema in famiglia o con gli amici per il suo orientamento sessuale - ero andato a trovarlo e abbiamo deciso di passare assieme una serata a Roma, città a cui sono ancora legatissimo. Una serata romantica, almeno nelle nostre intenzioni, invece si è tramutata in qualcosa di molto diverso».

Com´è andata?
«Siamo andati prima a bere qualcosa al "Coming out" di via San Giovanni in Laterano e poi siamo usciti, verso l´una di notte, per andare a fare una passeggiata al Colosseo. Passeggiavamo per via dei Fori Imperiali tenendoci per mano, camminavamo abbracciati, niente di più. Nessun atteggiamento che potesse offendere, tanto per intenderci».

E poi?
«All´improvviso abbiamo sentito urlare: "froci di m..." "Non avete capito che ve ne dovete andare?" "In questo Paese non c´è più posto per quelli come voi". Era un gruppo di ragazzi molto giovani, alcuni non dovevano avere più di 15 anni e stavano su quella terrazza dove ci sono i tabelloni che ricostruiscono la storia dei Fori. Hanno proseguito: "Chi di voi è la femmina?" e altri insulti osceni. Poi hanno cominciato a volare sputi, qualche bottiglia e i sassi. Fortunatamente non ci hanno colpiti».

Teste rasate? Abbigliamento da skinheads?
«Non ci abbiamo fatto caso. Ma lì per lì non ho pensato a una matrice politica. Dalla rabbia ho raccolto una bottiglia e gliel´ho scagliata ma Federico mi ha trascinato via dicendo: lascia stare, non ne vale la pena. Siamo tornati al "Coming out" che stava per chiudere e abbiamo parlato coi titolari. Poco dopo è arrivato Fabrizio Marrazzo, presidente dell´Arcigay di Roma che ci ha convinti a chiamare i carabinieri. I militari sono stati gentilissimi, molto professionali e sono subito andati sul posto ma ormai quelli se n´erano andati».

La sua reazione emotiva?
«Sono addolorato, scoraggiato. Purtroppo è vero: in questo paese le cose stanno veramente cambiando e non certo in meglio».
(10 settembre 2008)

ARTICOLO DA NUOVA AGENZIA RADICALE - Pestaggio gay 10 settembre 2008
Roma "città chiusa"?

mercoledì 10 settembre 2008
di ADIL MAURO
L’ultima aggressione ad una coppia omosessuale risale alla notte tra lunedì e martedì, quando un gruppo di adolescenti ha colpito con sassi e bottiglie due ragazzi "colpevoli" di tenersi per mano nella notte romana. Non si tratta di un episodio isolato visto che, a ridosso del Colosseo, si trova la cosiddetta "strada gay" di Via di San Giovanni in Laterano.

Un ritrovo di circa 300 metri pedonalizzati che, fin dalla sua ufficializzazione nell’estate del 2007, ha attirato spesso sui suoi numerosi frequentatori attenzioni poco gradite. Solo nell’ultimo anno la stampa nazionale si è occupata dell’incendio di un locale della gay street e del pestaggio di una ragazza avvenuto sempre nella stessa zona.
L’elemento di novità veramente disturbante è l’abbassarsi dell’età media degli aggressori, sempre meno politicizzati ma non per questo meno violenti. Le responsabilità sono molte e riassumerle qui sarebbe un’impresa impossibile. Eppure un approccio valido potrebbe essere la messa in pratica dell’ormai leggendario mix di rispetto della legalità e politiche di recupero che sinistra e destra si sono spartite anni addietro.
Infatti augurarsi, come ha fatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, "che i responsabili dell’aggressione siano consegnati alla giustizia in tempi brevi" è sicuramente un auspicio più che condivisibile, ma da solo non basta a risolvere alla radice alcunché.
Per quanto possa suonare provocatorio forse gli omosessuali romani, più degli attestati di solidarietà (sempre e rigorosamente ex post, ad aggressioni avvenute), preferirebbero una camionetta dell’esercito anche davanti alla gay street, diventata suo malgrado un nuovo "punto sensibile" da presidiare.



Giovedì, 11 settembre 2008