Non andrò al Gay Pride di Bologna del 28 giugno con i tacchi a spillo, truccato e vestito da donna, perché semplicemente non sono trans, altrimenti ci andrei di certo travestito. Purtroppo sono un comunissimo gay e non ho alcun altra “ diversità” da esibire, da mostrare, se non quella, rispetto a quanti la disprezzano, la scherniscono o vergognandosene la nascondono, di essere orgoglioso della mia omosessualità. A dieci anni esatti di distanza dal suicidio, dal rogo di Alfredo Ormando in Vaticano andrò al Pride di Bologna con stampigliata sulla mia maglietta limmagine del poeta e dello scrittore nisseno. Ormando, uomo della nostra terra, della nostra Sicilia, a causa del suo tragico destino, più di tutti noi è stato di certo vittima della omofobia. Il messaggio che egli ci ha voluto lasciare in eredità, attraverso il suo gesto estremo del darsi fuoco, del farsi torcia umana è stato quello di protestare contro chi, ancora oggi, “demonizza lomosessualità.” Pur non approvando totalmente la tragica scelta finale del poeta nisseno, andrò dunque a Bologna in veste istituzionale ossia in qualità di consulente del sindaco in materia di pari opportunità portando tuttavia questo stesso messaggio, giacché scambiare il “diverso” con il diavolo questa è davvero loperazione diabolica, negromantica, messa, ieri come oggi, in atto ai danni della comunità GLBT ( Gay, Lesbica, Bisessuale, Transgender ) dalle forze più retrive ed oscurantiste della nostra società. Piero Montana Consulente del sindaco in materia di pari opportunità
Ufficio stampa comune di Bagheria www.comune.bagheria.pa.it
Lunedì, 16 giugno 2008
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