Sulla lettera di Cindy
Cara Cindy

di Bruna Peyrot

[Ringraziamo Bruna Peyrot (per contatti: brunapeyrot@terra.com.br) per questo intervento.

Biografia Bruna Peyrot


Cara Cindy,
"piccola creatura pacifica", capisco la tua rabbia. E la tua pena. Perdere un figlio e’ un’idea che nessuna lingua esprime con una parola sola. Esistono le vedove e le orfane ma le madri che vedono morire un figlio prima di loro come si nominano? Gia’ questo mi sembra un’ingiustizia del destino umano, femminile in modo particolare. Quanti figli le guerre hanno rapito, torturato e ucciso. Quanti progetti umani le guerre hanno interrotto e divorato? La guerra ha ingoiato anche tuo figlio. tu dici che non capisci piu’ il suo sacrificio, che e’ morto per nulla. Dal tuo punto di vista di madre che e’ tale in questa Storia e in questa vita, e’ possibile che sia cosi’. Certo Casey non e’ morto per gli obiettivi che gli avevano raccontato, che l’America di Bush e’ andata raccontando. E certo da questo punto di vista la sua morte suona inutile. Ma non e’ cosi’: non e’ stato inutile il suo sacrificio perche’ ha lasciato a te, sua madre, un’eredita’ di vita da decifrare, dei significati da ritrovare, dei valori da ricomporre e proclamare. La sua vita annullata dalla guerra ha chiamato te a offrire la tua per capovolgere quella assurdita’.

Il tuo grido di dolore e’ stato trasformato, proprio come un’antica alchimia, in passi che hai compiuto (materiali e ideali), per invocare attenzione e giustizia. Hai fatto bene a chiedere attenzione, a volere, come hai scritto e come ti hanno detto, essere al centro dell’attenzione. A cosa si vuole dare attenzione oggi? A chi vince un torneo di calcio, ai battibecchi fra politici eminenti? Alle top model delle sfilate annuali? E’ stato meraviglioso come tu hai attirato l’attenzione. Tuttavia, la tua testimonianza non puo’ essere sostenuta a lungo da sola. tutte le testimonianze aprono nuove cose, ma poi perche’ diventino fortezze di nuove giustizie devono appartenere a molti.

Tu sei stata e sei "una piccola creatura pacifica", come tante altre. Volevi portare da sola il peso della redenzione dell’America? hai lanciato una cometa per tutti i democratici del mondo... ora tocca al mondo seguitare a costruire democrazie vere. Il tuo "addio" non e’ un addio a "tutto", forse e’ solo un addio a quella forma di solitudine della testimonianza che ti ha colpita, a essere "abbandonata", oppure ad avere bisogno di nuove forme, di ricostruire intorno a se nuove relazioni, a partire da quelle familiari che per qualche tempo hai sospeso.

Il tuo grido, tuttavia, mi par di sentire, non e’ solo quello di una madre offesa nelle sue viscere per la morte di un figlio, speso a una causa inutile, ma il grido di chi si sente tradito dalla propria patria e dalla politica intesa come dialogo per vivere meglio insieme. Ma se ti puo’ consolare questo e’ un grido in cui non sei sola. Sono migliaia le persone che lo stanno ripetendo, uomini e donne, ma soprattutto donne che in questo secolo appena passato e in questo nuovo millennio hanno gridato alla luce del sole e spesso continuato a gridare in silenzio...

Non e’ un abbandono il tuo, Cindy. E’ un momento di ripensamento. E poi le azioni che ognuna di noi compie sul cammino della ricerca di verita’ non sono mai invane... restano: nella memoria, nell’energia contagiosa delle testimonianze, nella storia che ti ricordera’ e ricordera’ tuo figlio.

A presto, dunque...

Bruna

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 111 del 5 giugno 2007



Marted́, 05 giugno 2007