Lo scudo in europa e’ una mossa di guerra

di Noam Chomsky

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 maggio 2007.
Noam Chomsky e’ nato a Philadelphia nel 1928; illustre linguista, docente universitario al Mit di Boston, e’ uno degli intellettuali americani piu’ prestigiosi, da decenni impegnato per i diritti civili e dei popoli, contro la guerra e l’imperialismo. Alcune opere di Noam Chomsky: Saggi linguistici. Vol. I: L’analisi formale del linguaggio, Boringhieri, Torino 1969; Saggi linguistici. Vol. II: La grammatica generativa trasformazionale, Boringhieri, Torino 1970, 1979; Saggi linguistici. Vol. III: Filosofia del linguaggio, Boringhieri, Torino 1969, 1977; Problemi di teoria linguistica, Boringhieri, Torino 1975; La grammatica trasformazionale. Saggi espositivi, Boringhieri, Torino 1975; Saggi di fonologia, Boringhieri, Torino 1977; Le strutture della sintassi, Laterza, Bari 1970; Intervista su linguaggio e ideologia, Laterza, Bari 1977; Conoscenza e liberta’, Einaudi, Torino 1973, 1974; Riflessioni sul linguaggio, Einaudi, Torino 1981; Forma e interpretazione, Il Saggiatore, Milano 1989; Regole e rappresentazioni, Il Saggiatore, Milano 1981, 1990; Linguaggio e problemi della conoscenza, Il Mulino, Bologna 1991; I nuovi mandarini, Einaudi, Torino 1969, Net, Milano 2003; La guerra americana in Asia, Einaudi, Torino 1972; Riflessioni sul Medio Oriente, Einaudi, Torino 1976; La quinta liberta’, Eleuthera, Milano 1987; Alla corte di re Artu’, Eleuthera, Milano 1994; Illusioni necessarie, Eleuthera, Milano 1991; Anno 501: la Conquista continua, Gamberetti, Roma 1993, 1996; I cortili dello zio Sam, Gamberetti, Roma 1995; Il club dei ricchi, Gamberetti, Roma 1996; Linguaggio e liberta’, Marco Tropea, Milano 1998; La fabbrica del consenso, Marco Tropea, Milano 1998; Sulla nostra pelle, Marco Tropea, Milano 1999; Atti di aggressione e di controllo, Marco Tropea, Milano 2000; 11 settembre, Marco Tropea, Milano 2001; Dopo l’11 settembre, Marco Tropea, Milano 2003; Il potere dei media, Vallecchi, Firenze 1994; Il potere, Editori Riuniti, Roma 1997; Guerra ed economia criminale, Asterios, Trieste 2002; Terrore infinito, Dedalo, Bari 2002. Alcune opere su Noam Chomsky: Lyons, John, Chomsky, Fontana Press, London, 1970, 1991; Piattelli-Palmarini, Massimo (a cura di), Theories du langage. Theories de l’aprentissage. Le debat entre Jean Piaget et Noam Chomsky, Seuil, Paris 1979, 1982; per una serrata critica di alcuni interventi di Chomsky cfr. il saggio di Pierre Vidal-Naquet in Idem, Gli ebrei la memoria e il presente, Editori Riuniti, Roma 1985; in italiano esistono molti studi su Chomsky linguista e sulla grammatica generativa trasformazionale, ma a nostra conoscenza non c’e’ una monografia complessiva su Chomsky come intellettuale pacifista ed attivista per i diritti umani e dei popoli. Nel web e’ disponibile un utile "Noam Chomsky Archive": www.zmag.org/chomsky/]


L’installazione di un sistema di difesa missilistica in Europa orientale e’ praticamente una dichiarazione di guerra. Provate a immaginare come reagirebbe l’America se la Russia, la Cina, l’Iran o qualunque potenza straniera osasse anche solo pensare di collocare un sistema di difesa missilistica sui confini degli Stati Uniti o nelle loro vicinanze, o addirittura portasse avanti questo piano. In tali inimmaginabili circostanze, una violenta reazione americana sarebbe non solo quasi certa, ma anche comprensibile, per ragioni semplici e chiare. E’ universalmente noto che la difesa missilistica e’ un’arma di primo colpo. Autorevoli analisti militari americani la descrivono cosi’: "Non solo uno scudo, ma un’abilitazione all’azione". Essa "facilitera’ un’applicazione piu’ efficace della potenza militare degli Stati Uniti all’estero". "Isolando il paese dalle rappresaglie, la difesa missilistica garantira’ la capacita’ e la disponibilita’ degli Stati Uniti a ’modellare’ l’ambiente in altre parti del mondo". "La difesa missilistica non serve a proteggere l’America. E’ uno strumento per il dominio globale". "La difesa missilistica serve a conservare la capacita’ americana di esercitare il potere all’estero. Non riguarda la difesa; e’ un’arma di offesa ed e’ per questo che ne abbiamo bisogno". Tutte queste citazioni vengono da autorevoli fonti liberali appartenenti alla tendenza dominante, che vorrebbero sviluppare il sistema e collocarlo agli estremi limiti del dominio globale degli Stati Uniti.

La logica e’ semplice e facile da capire: un sistema di difesa missilistica funzionante informa i potenziali obiettivi che "vi attaccheremo se ci va e voi non sarete in grado di rispondere, quindi non potrete impedircelo". Stanno vendendo il sistema agli europei come una difesa contro i missili iraniani. Se anche l’Iran avesse armi nucleari e missili a lunga gittata, le probabilita’ che le usi per attaccare l’Europa sono inferiori a quelle che l’Europa venga colpita da un asteroide. Se dunque si trattasse davvero di difesa, la Repubblica Ceca dovrebbe installare un sistema per difendersi dagli asteroidi.

Se l’Iran desse anche il minimo segno di voler fare una simile mossa, il paese verrebbe vaporizzato. Il sistema e’ davvero puntato contro l’Iran, ma come arma di primo colpo. Fa parte delle crescenti minacce americane di attaccare l’Iran, minacce che costituiscono di per se’ una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, sebbene questo tema non emerga.

Quando Mikhail Gorbaciov permise alla Germania unita di far parte di un’alleanza militare ostile, accetto’ una grave minaccia alla sicurezza della Russia, per ragioni troppo note per rivederle ora. In cambio il governo degli Stati Uniti si impegno’ a non allargare la Nato a est. Questo impegno e’ stato violato qualche anno piu’ tardi, suscitando pochi commenti in Occidente, ma aumentando il pericolo di uno scontro militare.

La cosiddetta difesa missilistica aumenta il rischio che scoppi una guerra. La "difesa" consiste nell’aumentare le minacce di aggressione in Medio Oriente, con conseguenze incalcolabili, e il pericolo di una guerra nucleare definitiva.

Oltre mezzo secolo fa, Bertrand Russell e Alfred Einstein lanciarono un appello ai popoli del mondo perche’ affrontassero il fatto che ci troviamo di fronte a una scelta "netta, terribile e inevitabile. Dobbiamo porre fine alla razza umana, o l’umanita’ e’ disposta a rinunciare alla guerra?".

Accettare il cosiddetto "sistema di difesa missilistica" colloca la scelta a favore della fine della razza umana in un futuro non troppo distante.

Tratto da
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proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

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Numero 108 del 2 giugno 2007



Luned́, 04 giugno 2007