Grido di dolore dall’Iraq

Nota di Pax Christi


di Pax Christi Italia

Pax Christi Italia, ancora una volta, vuole dare voce all’appello che giunge dall’Iraq, vuole gridare al mondo la tragedia che vive quel popolo e, oggi in particolare, la situazione disperata dei cristiani sempre più vittime di violenze, ricatti, minacce e uccisioni.

Lo abbiamo già detto più volte. Lo ribadiamo anche ora, dopo aver ascoltato le numerose testimonianze di amici iracheni con cui siamo legati da anni, che abbiamo incontrato in numerosi visite a Mosul, Baghdad, Kirkuk: l’ultima volta nel febbraio 2008. Pochi giorni dopo il nostro ritorno è stato rapito il Vescovo di Mosul, mons Faraj Rahho, trovato morto il 13 marzo. Da allora sono continuate, anche se con diversa intensità, violenze e uccisioni.

In questi ultimi giorni sono aumentate le violenze contro i cristiani a Mosul, con l’uccisione mirata di numerose persone.

L’Iraq è la patria di Abramo, nostro padre comune nella fede: ogni religione è per la pace, sia il cristianesimo che l’islam. Ogni religione deve denunciare ogni forma di violenza!.

L’arcivescovo di Kirkuk, mons Louis Sako, con il quale da tempo siamo in contatto e che è molto impegnato in un prezioso lavoro di dialogo e di tessitura di relazioni di pace, lavoro riconosciuto da esponenti di diverse religioni, ha voluto lanciare in questi giorni un nuovo appello.

“Ciò che sta accadendo nella famosa città di Mosul, ai cittadini Cristiani in relazione a persecuzioni, rapimenti, minacce e omicidi, - scrive mons. Sako - è motivo di rammarico e fonte di preoccupazione. Il livello di civiltà, fraternità e coesistenza pacifica nella città di Mosul era esemplare. Per questo la nobile popolazione di Mosul non deve darla vinta a persone che perpetrano atti che violano i diritti di cittadini pacifici e leali. … I cristiani dell’Iraq sono indigeni e non hanno nulla a che vedere con i complotti che regnano nel Paese ..Essi vogliono cooperare con tutti al fine di costruire stabilità per il bene del Paese e dei suoi cittadini, come hanno sempre fatto nel corso della storia. Lanciamo un appello – conclude - a tutti gli uomini onesti e di buona volontà perché respingano questi attacchi e preservino la presenza Cristiana nella storica città.”

Ogni manifestazione di violenza, di minaccia verso chi è di un’altra religione calpesta la libertà e la dignità umana e non rende testimonianza autentica alla propria fede. Mai la religione può portare alla violenza! La religione è per la vita, non per la morte. Basta con la violenza, basta con la guerra, basta con le uccisioni, i rapimenti, le minacce, le violenze di ogni genere. Insieme bisogna lavorare per la pace. Non vogliamo lasciar cadere il grido di dolore e l’appello disperato che ci viene dall’Iraq.

E mentre nella grande informazione internazionale l’Iraq sembra scomparso, con tutto il suo bagaglio di sofferenza, di dolore, di morte, di malattie provocate anche dalla guerra (avventura senza ritorno, sconfitta dell’umanità) e dall’uso di armi chimiche e, probabilmente, nucleari, richiamiamo l’attenzione della comunità nazionale e internazionale - nel 60° anniversario della dichiarazione dei Diritti Umani - su questa terra e su questo popolo iracheno da troppo tempo vittima di sofferenze che sembrano non finire mai.

Vogliamo unirci a loro, dare voce alla loro voce. Non lasciamoli soli.


Pax Christi Italia, Firenze 11 ottobre 2008



Mercoledì, 15 ottobre 2008