Riflessione
Di Cindy, della voce, del lievito buono

di Normanna Albertini

[Ringraziamo Normanna Albertini (per contatti: normin56@aliceposta.it) per questo intervento.

Normanna Albertini e’ nata a Canossa nel 1956, vive e lavora a Castelnovo ne’ Monti, insegna in un Centro territoriale permanente di educazione agli adulti ("in parole povere: insegno italiano agli stranieri immigrati, e lo trovo bellissimo, perche’ vivo nella verita’ del mondo, non in un mondo virtuale"); e’ impegnata nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete Radie’ Resch, e quindi in varie iniziative di solidarieta’, di pace, per i diritti umani e per la nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna", mensile dell’Appennino reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal, Chimienti Editore, Taranto-Milano 2004; Isabella, Chimienti Editore, Taranto-Milano 2006.

Cindy Sheehan ha perso il figlio Casey nella guerra in Iraq; per tutto il successivo mese di agosto e’ stata accampata a Crawford, fuori dal ranch in cui George Bush stava trascorrendo le vacanze, con l’intenzione di parlargli per chiedergli conto della morte di suo figlio; intorno alla sua figura e alla sua testimonianza si e’ risvegliato negli Stati Uniti un ampio movimento contro la guerra; e’ stato recentemente pubblicato il suo libro Not One More Mother’s Child (Non un altro figlio di madre), disponibile nel sito www.koabooks.com; sta per uscire il suo secondo libro: Peace Mom: One Mom’s Journey from Heartache to Activism, per Atria Books; in italiano e’ disponibile: Mamma pace. Contro la guerra, per i nostri figli, Sperling & Kupfer, Milano 2006.

Arundhati Roy, scrittrice indiana, impegnata contro il riarmo, in difesa dell’ambiente e per i diritti delle persone e dei popoli. Opere di Arundhati Roy: il romanzo Il Dio delle piccole cose, Guanda, Parma 1997, Superpocket, Milano 2000; i saggi di testimonianza e denuncia raccolti ne La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999, Tea, Milano 2001, poi recuperati nella piu’ ampia raccolta di saggi di intervento civile, Guerra e’ pace, Guanda, Parma 2002; Guida all’impero per la gente comune, Guanda, Parma 2003; Ahisma [sic, refuso tipografico per Ahimsa]. Scritti su impero e guerra, Datanews, Roma 2003; cfr. inoltre L’impero e il vuoto. Conversazioni con David Barsamian, Guanda, Parma 2004]


La lettera di Cindy sa di disfatta per chi continua cocciutamente a confidare nella forza della nonviolenza, prima ancora di risultare la sconfitta di una madre e di una donna. "Ho dovuto sopportare un bel po’ di scherno e di odio da quando Casey fu ucciso, - inizia Cindy - e soprattutto da quando divenni il cosiddetto ’volto’ del movimento statunitense contro la guerra. In special modo da quando ho reciso ogni residuo legame che mi collegava al partito democratico, sono stata ulteriormente insultata sui blog ’liberali’ come ’Democratic Underground’. I rilievi piu’ miti vanno da ’meretrice dell’attenzione’ a ’finalmente ci liberiamo di questa immondizia’". Insulti, scherno, umiliazioni piovono come pietre, vomitati dall’arroganza del Potere su chiunque provi a metterne in discussione le azioni e l’eticita’ degli obiettivi. E la prepotenza diventa ancora maggiore se a parlare, a ribellarsi, a palesare l’imbroglio del Potere e’ "solo" una donna, una madre. Per chi si riconosce nella fede in Cristo, ricordando il discorso della montagna, l’accanimento, l’irrisione, la denigrazione, la persecuzione subite sono proprio lo stigma di chi cammina sulla strada giusta, di quegli "ingenui" che insistono a credere nella possibilita’ di un mondo di giustizia e pace. Viene in mente Arundhati Roy, nel suo Guerra e’ pace del 2002, duramente attaccata per le sue battaglie contro la globalizzazione selvaggia dell’economia mondiale:

"Ci sono enormi sovvertimenti politici e sociali che stanno scuotendo il mondo. Non siamo coinvolti perche’ scrittori o attivisti. Siamo coinvolti perche’ siamo esseri umani... E’ ora di riprenderci il nostro futuro strappandolo agli ’esperti’. E’ ora di formulare, in parole semplici, una domanda pubblica e di esigere, in parole semplici, una pubblica risposta.

"Francamente, per quanto tagliente, per quanto furiosa, per quanto combattiva possa essere l’esposizione, in fin dei conti lo scrittore e’ solo uno, fra i tanti cittadini, che chiede pubblica informazione, esige una pubblica spiegazione.

"Io, dal canto mio, non ho alcun tornaconto personale. Non devo proteggere alcun interesse professionale. Sono pronta a farmi persuadere. Sono pronta a cambiare idea. Ma invece di una discussione, o di una spiegazione o di una contestazione dei fatti, si ricevono solo insulti, invettive, minacce legali e l’Inno dell’Esperto: ’Non capisci, ed e’ troppo complicato da spiegare’. Il cui vero significato naturalmente e’: ’Non turbare la tua testolina con questi pensieri. Torna ai tuoi giocattoli. Lascia il mondo vero a noi’".

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Ma ancora piu’ paurosamente affini al modo di pensare di chi ha costretto Cindy a gettare la spugna, perche’ piu’ vicine a noi nel tempo e nello spazio, mi sono sembrate le due risposte che, una da sinistra e una da destra, hanno ricevuto un giovane palermitano e un’insegnante calabrese che chiedevano spiegazioni sul perche’ non vengono licenziati i parlamentari italiani condannati in via definitiva. Le risposte ottenute hanno lo stesso sapore di arroganza, lo stesso "Torna ai tuoi giocattoli. Lascia il mondo vero a noi" che ha ricevuto la "meretrice dell’attenzione" Cindy Sheehan. Ricordo in breve. Allo studente palermitano Francesco, il ministro Amato ha detto, tra l’altro, riferendosi ai 25 condannati presenti in Parlamento: "Bisogna distinguere tra condannati e condannati, alcuni dei quali possono esserlo per reati minori e compatibili con la legge una volta che la pena e’ stata scontata con una piena riabilitazione. Una volta che cio’ e’ avvenuto e’ inammissibile che vengano esiliati dalla vita pubblica. Se non fai questa distinzione diventi un giustizialista ingiusto". Piu’ o meno la stessa cosa e’ capitata a Rosa Chiricosta, di Locri, insegnante a Firenze, durante un incontro, quando il leader di An Fini ha risposto alla domanda di Fabrizio, studente di Cuneo: "Perche’ non licenziate i parlamentari condannati in via definitiva?". E Fini: "Un conto e’ la corruzione, un conto la calunnia. Si puo’ tenere fuori dal Parlamento uno che magari ha sostenuto che qualcun altro e’ un mascalzone?". Rosa e’ intervenuta: "Ai ragazzi bisogna trasmettere il valore della legalita’". La risposta e’ stata: "Lei e’ un’insegnate militante, pericolosa; sa cos’e’ l’ostracismo?".

"Giustizialista ingiusto" e "insegnante militante, pericolosa". E gia’: "Non turbare la tua testolina con questi pensieri. Torna ai tuoi giocattoli. Lascia il mondo vero a noi".

Il mondo va lasciato agli Esperti, a questi geni, menti superiori che ci stanno seppellendo nell’immondizia, come nel 1854 aveva profeticamente annunciato, nella sua ingenua religiosita’, incentrata sul culto della terra, il capo Seattle della tribu’ dei Dwamish al presidente Usa Franklin Pierce: "Contaminate il vostro letto ed una notte vi troverete soffocati dai vostri rifiuti". Gli Esperti, gli Eletti devono essere lasciati tranquilli mentre svolgono il loro lavoro; non si pongono minimamente il problema che, forse, siamo ancora una democrazia (noi, cosi’ come gli Usa) e che in una democrazia lo Stato deve rispondere al "popolo" perche’ e’ dal "popolo" che egli promana. Il "laikos", "proprio del popolo", sembra, invece, non avere piu’ diritto di parola nei confronti dei suoi rappresentanti che si comportano come "kleros", parte separata, eletta (elite). Il "popolo" e’ "profanum" come coloro che, nell’antica Roma, stavano "davanti all’altare", anziche’ dietro, dove i sacerdotes sacrificavano agli dei; e come "profanum" pare avere perso i suoi diritti. Perche’ uno Stato, quando si sente "kleros" e perde il contatto e il dialogo con il "laos", finisce per rispondere solo a quel Potere che sta avvelenando l’aria, prosciugando i fiumi, riempiendo gli arsenali di bombe e che ci seppellira’ nell’immondizia.

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Continuava, nel suo libro, Arundhati Roy: "Per frenare una bestia, le spezzate le zampe. Per frenare una nazione, spezzate la sua gente. La derubate della volonta’. Dimostrate il vostro assoluto dominio sul suo destino. Fate in modo che sia chiaro che, alla fine, tocca a voi decidere chi vive, chi muore, chi prospera e chi no. Per dimostrare le vostre capacita’ mettete in mostra tutto cio’ che sapete fare e con quale facilita’ lo fate. Con che facilita’ potete schiacciare un bottone e annullare la Terra. Come potete iniziare guerra, o implorare la pace. Come riuscite a portar via il fiume a uno per regalarlo a un altro. Come riuscite a rendere verde il deserto, ad abbattere una foresta e a piantarne un’altra piu’ lontano. Usate l’arma del capriccio per mandare in frantumi la fede della gente nelle cose antiche: terra, foresta, acqua, aria.

"Dopodiche’, cosa rimane a questa gente? Solo voi. Si rivolgeranno a voi, perche’ siete tutto cio’ che hanno. Vi ameranno anche se vi disprezzano. Si fideranno di voi anche se vi conoscono bene. Voteranno per voi anche se avete strizzato fuori dai loro corpi anche l’ultimo respiro. Berranno quello che darete loro da bere. Respireranno quello che darete loro da respirare. Vivranno dove getterete alla rinfusa le loro cose. Sono costretti a farlo. Cos’altro possono fare? Non c’e’ un tribunale piu’ alto a cui rivolgersi. Voi siete per loro madre e padre. Giudice e giuria. Voi siete tutto il mondo. Voi siete Dio. Il potere si rafforza non solo con cio’ che distrugge, ma anche con cio’ che crea. Non solo con quello che prende, ma anche con quello che da’. E la Mancanza di Potere e’ riconfermata non solo dall’impotenza di chi ha perso, ma anche dalla gratitudine di coloro che hanno (o credono di aver) guadagnato".

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Colpisce, nella lettera di Cindy, la sua delusione e l’indignazione per aver "scoperto" che alla fine nessuno era veramente disposto ad ascoltarla e ad aiutarla e che, dopo un primo momento di apparente interesse, ma di effettiva strumentalizzazione politica dei democratici, anch’essi le abbiano voltato le spalle. E’, purtroppo, un’esperienza comune a molti e a molte, ormai, che forse dipende proprio dalla perdita di reciprocita’ tra lo Stato e il "popolo", di cui le istituzioni dovrebbero essere espressione. Ma e’ anche un cattivo segno dei tempi che si ripete sempre piu’ spesso nell’indifferenza generale: mentre in televisione e sui giornali vanno le notizie piu’ insulse o la sola cronaca nera, questi atteggiamenti antipolitici, come la non risposta al dissenso di Cindy, o le pseudorisposte sulle ultimi disgraziate vicende di Emergency in Afghanistan, passano in secondo piano e non scatenano nessun movimento di piazza, nessuna presa di posizione plateale di nessuno. Tutto muore nel silenzio del frastuono dei media.

Cindy si e’ sentita strumentalizzata dai democratici; Ayaan Hirsi Ali, rifugiatasi recentemente negli Usa dopo le minacce ricevute in Europa a seguito della sua collaborazione col regista Theo Van Gog, accusa la sinistra europea di accogliere e tollerare, in nome di un presunto multiculturalismo, il fanatismo religioso e i conseguenti crimini contro i diritti umani, ed e’ interessante la riflessione di Adriano Sofri nella prefazione del penultimo libro della scrittrice, Non sottomessa, a proposito di una "guerra mondiale sulla pelle delle donne": "Che il corpo delle donne sia il campo di battaglia e insieme la posta del famoso scontro di civilta’ sembrava fino a qualche tempo fa un’idea balzana, o provocatoria: ora e’ quasi un’ovvieta’. Ci siamo accorti che anche gli ultimi, quelli che non avevano da perdere che le loro catene, hanno da perdere almeno le loro donne. Quel che piu’ conta, se ne sono accorti loro, gli ultimi: da quando le distanze si sono cosi’ accorciate da renderli spettatori di un mondo in cui le donne diventano padrone di se’".

Mi chiedo cosa sarebbe il mondo se non ci fossero le voci forti del dissenso, se gli Esperti non avessero nemmeno questi freni, se si estinguessero gli ingenui che credono sia indispensabile, per il fututo dell’umanita’ e perche’ l’umanita’ abbia un futuro, un contratto sociale basato sul dialogo e sull’interazione popolo- Stato, con l’obiettivo di perseguire un giusto benessere e una possibilita’ di vita per tutti, nella pace e nella giustizia, non soltanto la vita di pochissimi sui cadaveri di tanti.

La lettera di Cindy sa di disfatta. Non lo e’. Voci come la sua sono il lievito buono che puo’ continuare a far fermentare la pasta di quel "resto d’Israele" costituito dagli ingenui di tutti il mondo, quelli che non si adeguano, che insistono nel dire che il re e’ nudo. Voci come quella del "giustizialista ingiusto", dell’"insegnante militante, pericolosa", della "meretrice dell’attenzione": i "profanum" a cui viene ripetuto sprezzantemente l’Inno dell’Esperto: "Non capisci, ed e’ troppo complicato da spiegare".

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Concludeva il suo libro Guerra e’ pace la scrittrice indiana Arundhati Roy: "I cinici dicono che la vera vita e’ una scelta fra la rivoluzione fallita e l’accordo spregevole. Non so... forse hanno ragione. Ma anche loro dovrebbero sapere che non c’e’ limite a quanto spregevole possa essere quell’accordo. Quel che abbiamo bisogno di cercare e di trovare, quel che abbiamo bisogno di levigare e perfezionare in qualcosa di magnifico e brillante e’ un nuovo genere di politica. Non la politica di governo ma la politica della resistenza. La politica dell’opposizione. La politica di imporre la responsabilita’. La politica di rallentare le cose. La politica di prendersi per mano da un capo all’altro del mondo e di impedire una distruzione certa. Nelle attuali circostanze, direi che l’unica cosa che meriti di essere globalizzata e’ il dissenso. Il miglior prodotto da esportazione dell’India".

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 110 del 4 giugno 2007



Luned́, 04 giugno 2007