PALESTINA
L’ULTIMO SALUTO AD AL-HAKIM, «IL DOTTORE»

di Agenzia MISNA del 29-01-2008

29/1/2008 9.04 “Continueremo la lotta fino alla liberazione della Palestina” cantavano ieri alcuni dei migliaia di partecipanti ai funerali di George Habash - morto due giorni fa per un infarto - riprendendo in parte il nome che lo stesso attivista palestinese aveva dato al movimento da lui creato nel 1967: Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp). Habash aveva legato fin da giovne il suo destino a quello del suo popolo, scegliendo di abbandonare gli agi di una vita che aveva comunque saputo ricostruirsi in Giordania dopo essere stato espulso insieme alla famiglia e a centinaia di migliaia di palestinesi dalle terre in cui per secoli avevano vissuto. Nato il 22 aprile 1926 in una ricca famiglia greco-ortodossa di Lydda (o Lod) - oggi in territorio israeliano ma a quel tempo terra palestinese sotto mandato inglese - Habash studiava medicina a Beirut quando cominciarono gli scontri che nel 1948 avrebbero portato alla nascita di Israele e alla diaspora palestinese nei paesi arabi confinanti. Seguendo i consigli della madre, il giovane George continuò gli studi fino alla laurea in Medicina - da qui l’appellativo "al-Hakim", il dottore – svolgendo poi la sua professione per cinque anni nei campi profughi in Giordania. Nel 1952 creò il Movimento dei nazionalisti arabi, di ispirazione nasseriana; poi, dopo la guerra dei sei giorni del 1967 - che dette agli israeliani il controllo della Cisgiordania con Gerusalemme, il Sinai egiziano, le alture del Golan siriano – Habash fondò il Fronte popolare per la liberazione della Palestina che divenne ben presto il secondo movimento della resistenza palestinese alle spalle di al-Fatah di Yasser Arafat. In quegli anni Habash visse tra Libano, Siria e Giordania: mantenendo una linea di rigore che non prevedeva concessioni a Israele, il Fplp organizzò dirottamenti di aerei con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulle sofferenze del popolo palestinese; nel 1970 quello più noto, tre aerei fatti poi esplodere nell’aeroporto di Amman. Erano comunque anni molto lontani da quelli recenti: Arafat e Habash, in modi diversi, riuscirono a trasformare la questione arabo-israeliana in questione palestinese. Il 1970 fu anche l’anno di ‘Settembre nero’ e della repressione dei movimenti palestinesi da parte di re Hussein di Giordania. Habash si rifugiò insieme a molti altri palestinesi in Libano e da lì, dopo l’invasione israeliana del 1982, a Damasco. Le strade del fondatore dello Fplp e di Arafat, spesso divergenti, si separarono in modo definitivo agli inizi del 1990 quando l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (guidata dal capo di al-Fatah) firmò gli accordi di Oslo che avrebbero portato alla stretta di mano a Camp David tra Arafat e l’allora primo ministro israeliano Ytzhak Rabin. Habash se ne dissociò; nel 2000, per motivi di salute, lasciò anche la guida dello Fplp affidandola a Abu Ali Mustafa ucciso dagli israeliani l’anno successivo in Cisgiordania. Dagli inizi del 1990, Habash era tornato a vivere ad Amman, dove è stato sepolto nel cimitero cristiano di Sahab.

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Martedě, 29 gennaio 2008