Riceviamo questa lettera da Karim Metref e la pubblichiamo per rendere conto di tutte le posizioni in campo pro o contro lannunciata presenza come ospite donore di Israele alla fiera del Libro di Torino. Noi siamo convinti da tempo che sia il popolo di Israele, sia il popolo palestinese siano vittime di un grande inganno. Siamo convinti che se i due popoli potessero parlarsi, senza intermediazioni di alcun tipo, saprebbero trovare la stada giusta per risolvere un dramma immenso. Ci auguriamo che si riesca a rilanciare il dialogo fra i due popoli ebraico e palestinese.
Cari Signori, Quando un conflitto è in atto, dimostrare segni di solidarietà con una sola parte si chiama prendere parte. Festeggiare lanniversario della creazione dello stato dIsraele invitandolo come ospite donore alla fiera del Libro di Torino, oggi poi, nella situazione terribile che vive il popolo palestinese, è una presa di posizione netta e chiara. Non è il luogo! a chi protesta, viene risposto che "La Fiera del Libro di Torino è un appuntamento importante per lo scambio di culture, di tutte le culture, (…)" e che "...Tutto il resto – intrighi, boicottaggi, campanilismi, scontri ideologici ..." non è al suo posto. Appunto! Č proprio questo che si chiede alla Fiera del Libro di Torino, di rimanere la fiera di tutto il mondo della cultura, di tutte le culture, al di sopra degli interessi politici degli uni e degli altri. Siccome finora la fiera non aveva mai commemorato lindipendenza di nessun altro paese che si è liberato dalloppressione coloniale senza per tanto espropriare, scacciare, massacrare e opprimere per 60 anni un altro popolo, Non ha preso nessuna posizione su altri conflitti in corso, non si vede lopportunità di cominciare con lo stato dIsraele. La fiera del libro non è il luogo per prendere posizione né a favore né contro lo stato di Israele. Non è il momento! Una schiera di intellettuali Israeliani e Arabi hanno chiamato a non premiare lo stato di Israele che, sotto la protezione dei "Neo Cons" Americani e sicuro del silenzio dellEuropa e del mondo, sta portando avanti le misure le più crudeli della storia del conflitto mediorientale. Misure di cui laggressione selvaggia contro il libano e il sadico embargo stretto intorno alla popolazione di Gaza sono solo la punta delliceberg. Non è proprio il momento per farlo. Fare un passo indietro non è un disonore. Rinunciate a mettere Israele come ospite donore della fiera. Non si tratta di boicottare la cultura Israeliana. Cè sempre stata alla fiera e deve esserci. Ma non come ospite donore! Benvenuti gli scrittori israeliani. Onoriamoli individualmente, per il valore della loro opera, per i loro meriti letterari, per il loro ampio contributo alla cultura universale, ma non lo stato di Israele, non la sua politica, non la sua espansione continua a danno delle popolazioni palestinesi… Non loro, se avete un minimo di rispetto per chi in questo momento è sotto la presa della loro mano dacciaio. Non è un disonore fare un passo indietro quando ci si rende conto di aver sbagliato strada. Č vergognoso proseguire invece pur sapendolo. Non mettere Israele come ospite donore non risolverà il problema, non darà da mangiare ai bambini di Gaza, non ricostruirà le case distrutte, non ridarà le terre agricole ai contadini, i villaggi ai loro abitanti, non aprirà una finestra nel muro delle prigioni a cielo aperto, non riporterà i morti alla vita, né cancellerà il dolore dei sopravvissuti. Non farà niente di tutto ciò! Ma almeno non insulterà né la memoria dei primi né la sofferenza dei secondi.
Karim METREF Educatore, scrittore e giornalista algerino residente a Torino.
Martedě, 05 febbraio 2008
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