La leadership delle cinque forze firmatarie di questo documento ha svolto una riunione per discutere la fase preparatoria
in corso per la conferenza Internazionale convocata a novembre dallamministrazione statunitense riguardo al conflitto
mediorientale e ha formulato una posizione netta e chiara al riguardo, i suoi obiettivi e pericoli.
Primo punto: basandoci sui risultati disastrosi dei negoziati precedenti, crediamo che lunica piattaforma possibile per
arrivare ad un accordo per la fine del conflitto arabo e palestinese-israeliano è una conferenza Internazionale con pieni
poteri e con la partecipazione di tutti i protagonisti coinvolti in base alle legittime risoluzioni Internazionali e con
lobiettivo di applicare queste risoluzioni sotto una supervisione Internazionale collettiva nel quadro delle Nazioni Unite
e sotto i suoi auspici.
Secondo punto: linvito lanciato dal presidente Bush per la conferenza dautunno non corrisponde ai requisiti di questa
piattaforma, al contrario, è un tentativo per aggirarla e deformarla. Questo invito è lennesimo tentativo accanito
dellUSA per ottenere il sostegno Arabo e Palestinese per recuperare credibilità dopo i danni irrecuperabili visibili agli
occhi di tutti prodotto dei risultati delle sue politiche di aggressione in Iraq e Afghanistan e altrove nella regione e
per attuare i suoi piani previsti per la divisione del mondo Arabo e Musulmano in due assi in conflitto. Questo invito,
ignora completamente il riferimento alle risoluzioni delle Nazioni Unite e cerca di crearne uno nuovo, più compatibile con
le promesse fatte da Bush a Sharon nella sua lettera del 14 Aprile 2005, nella quale dava la luce verde alle ambizioni
coloniali del governo Israeliano di radicare loccupazione, annettere Gerusalemme Est e cancellare il diritto al ritorno.
E ormai chiaro che questo invito auspica di confermare lopzione dello stato Palestinese con confini temporanei- forse
sotto un nome diverso- come base dei negoziati proposti, per dividere il percorso palestinese da quello arabo e per
accentuare la crisi palestinese interna.
Terzo punto: il confronto con il programma americano richiede coordinamento e lavoro collettivo arabo - palestinese per
affermare le condizioni essenziali per realizzare qualsiasi incontro internazionale attraverso un processo politico serio
che conduca ad un ritiro israeliano completo da tutti i territori arabi e palestinesi occupati dal 1967 per assicurare i
diritti nazionali al popolo palestinese nellindipendenza e il rientro. Tutto ciò richiede:
Adottare le risoluzioni delle Nazioni Unite e definire come attuarle.
Adottare una formula collettiva di protezione internazionale per i negoziati nellambito delle Nazioni
Unite in alternativa al modello unico americano.
La garanzia della partecipazione di tutte le componenti arabe che hanno territori occupati (Palestina, Siria e Libano)
sulla base di un piano garantisce a risolvere tutte le cause del conflitto arabo - israeliano.
Quarto punto: le forze riunite avvertono il pericolo di svolgere la riunione internazionale proposta e di parteciparvi
senza che ci sia il minimo di condizioni che garantiscano il successo di una soluzione completa ed equilibrata respingendo
le possibilità di soluzioni parziali.
Quinto punto: il livello di serietà di qualunque sforzo Internazionale per risolvere il conflitto si traduce nellimpegno
di spingere Israele a cessare le sue pratiche di aggressione contro il nostro popolo e di smettere di imporre il de facto
unilaterale sul campo. Ciocomprende: mettere fine alloccupazione, bloccare la costruzione del muro dellapartheid e
smantellarne la parte già esistente , metter fine alle incursioni, alle uccisioni e agli arresti, smantellare i posti di
blocco, rilasciare i prigionieri politici, annullare lordine prepotente di considerare Gaza come entità nemica e di
mettere fine allembargo.
Sesto punto: le forze riunite avvertono di eventuali rischi quando si confronta la battaglia per il negoziato insieme alla
divisione interna palestinese.
Le forze riunite affermano che lobiettivo vero della politica americana ed israeliana è quello di sfruttare la situazione
della divisione interna palestinese e tutta la debolezza che ne consegue , per ricattare tutte le parti in causa ed
ottenere compromessi. Per questo le forze riunite affermano che per affrontare i rischi dellinvito americano non vanno mai
fatti passi che aggravino la divisione interna così come i tentativi di trovare alternative allOLP.
In questo contesto, noi firmatari, ribadiamo linvito a Hamas a tornare sui suoi passi del colpo militare e violazione
della democrazia e chiediamo che ponga fine allanomala separatista a Gaza e di tornare sotto il quadro legittimo
Le forze invitano anche a rimuovere tutti gli ostacoli che si oppongono ad un dialogo nazionale completo che conduca ad una
soluzione pacifica e democratica alla crisi interna sulla base del documento daccordo nazionale e della dichiarazione del
Cairo.
Settimo punto: Come prevenzione per i possibili rischi ce bisogno di una partecipazione collettiva per amministrare il
processo dei negoziati , con la partecipazione attiva di tutte le forze palestinesi interessate e con il completo
svolgimento del ruolo dellesecutivo dellOLP di leadership nell orientare la mobilizzazione politica e designare le sue
strategie.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina
Unione Democratica Palestinese FIDA
Partito del Popolo Palestinese
Iniziativa Nazionale Palestinese - Al Mubadara
Venerd́, 19 ottobre 2007
|