Sul boicottaggio della fiera del libro di Torino
Occorre distinguere tra stati e governi, tra politica e letteratura

di Sergio Franzese

Riceviamo questa lettera di un iscritto del PRC sulla questione del boicottaggio della fiera del libro di Torino.


Cari compagni,
chi oggi invita al boicottaggio si assume la responsabilità di sospingere ancora di più una parte della sinistra verso posizioni schizofreniche in cui da un lato si difendono i diritti umani e le libertà individuali e dall’altro si sostengono acriticamente coloro che, in nome di fondamentalismi politici e religiosi, le negano in maniera totale.

Come iscritto al PRC ed amico di Israele (non è un ossimoro, perché con questo io non nego le ragioni dei palestinesi) prendo atto con dispiacere del comunicato stampa comparso sul sito. Auspico che nella vostra posizione voi vi ritroviate isolati, in compagnia di Chieppa, di Musolino e di Omar Barghouti; isolati come vorreste fosse Israele e che ciò servisse a farvi capire come l’isolamento non porta da nessuna parte, o meglio porta all’esasperazione (non è forse questa la ragione per la quale l’elettorato israeliano elegge governi di destra e sostiene in buona misura formazioni politiche estremiste?). Voglio invece ringraziare Stefania Podda per l’ottimo articolo apparso su Liberazione in data 12 gennaio con il quale in risposta all’appello di Maurizio Musolino rispediva al mittente, e con ottime ragioni, l’invito a boicottare la Fiera del Libro. Per un attimo ho sperato che finalmente in seno alla sinistra, quella in cui io mi riconosco, si stesse iniziando a mettere da parte il pregiudizio per fare posto alla ragione. Ancora oggi in tivù Fausto Bertinotti, nel corso di un’intervista, ha affermato che Israele non è solo una entità territoriale che (al pari della Palestina, beninteso) ha diritto ad esistere ma è qualcosa di più: uno stato dell’anima che risponde ad una legittima aspirazione del popolo ebraico. Parole sagge, ma a quanto pare poco ascoltate. Evidentemente siamo ancora troppo lontani dal comprendere che l’incapacità di distinguere tra stati e governi, tra politica e letteratura è sintomo di debolezza, dal renderci conto che una linea di pensiero che confonde la legittima critica con la censura, oltre ad essere sinonimo di vuoto culturale e politico, è estremamente pericolosa. Un vuoto che voi, miei cari compagni di partito, continuate troppo spesso a riempire solamente con slogan dietro ai quali si nasconde l’odio per un paese che talora non chiamate neppure con il proprio nome ma che preferite definire "entità sionista". Altro che il muro di difesa costruito da Israele per difendersi dai terroristi palestinesi. Nei confronti di Israele voi continuate a erigere uno steccato dietro l’altro; barriere che, al di là delle disquisizioni, non possono non alimentare contestualmente odiose forme di antisemitismo. Basta fare un giro tra i siti ed i forum su internet in questi giorni, proprio in relazione alla Fiera del Libro, per rendersene conto e per capire che la letteratura non c’entra. Avrei lasciato volentieri all’aspirante importatore di mummie, tal Diliberto, il ruolo del mestatore ed avrei sperato che i miei compagni di Rifondazione avessero dimostrato di saper di volare più in alto. Ma purtroppo questo non mi pare stia avvenendo. Con profonda delusione, a cui si accompagna un sincero invito alla riflessione, vi porgo i miei saluti.

Sergio Franzese
Iscritto PRC - Circolo "25 Aprile"
Val Pellice
Torre Pellice (TO)



Lunedì, 04 febbraio 2008