Riflessione
BREVI NOTIZIE DALLA PALESTINA

di Giulio Vittorangeli

Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per questo intervento]


Notizie brevi dalla Palestina, che puntualmente cadono nell’indifferenza generale.

La prima riguarda i tunnel "illegali" tra Gaza e l’Egitto dove, causa l’embargo imposto da Israele per strangolare il movimento islamico di Hamas, passa tutto quello che e’ indispensabile per la sopravvivenza della stessa Gaza: sfamare le famiglie e allo stesso tempo allentare le tensioni sociali. Se ne contano decine, ed hanno avuto un ulteriore incremento dopo che gli egiziani hanno di nuovo chiuso il valico di Rafah.

La novita’ e’ che gli egiziani hanno deciso di dare la caccia ai tunnel, sotto la pressione di Israele e degli Stati Uniti, e di farli saltare immediatamente una volta individuati.

Nell’ultimo mese hanno distrutto almeno 42 gallerie sotterranee. Per le esplosioni, cedimenti strutturali e altri incidenti, almeno 39 palestinesi sono morti nei tunnel dall’inizio dell’anno.

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La seconda notizia, riguarda gli attacchi di coloni israeliani ai danni degli agricoltori palestinesi impegnati nella raccolta delle olive, fonte di reddito e sopravvivenza per migliaia di famiglie palestinesi.

Secondo un ufficiale delle forze di sicurezza israeliane, citato dal quotidiano "Jerusalem Post", la raccolta del 2008 e’ stata la piu’ violenta degli ultimi anni, "con oltre una ventina di episodi di aggressione da parte dei coloni". E la situazione ha raggiunto picchi di violenza tali da portare il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, ad accusare Israele di non fare abbastanza per proteggere i palestinesi della Cisgiordania, definendo la situazione "intollerabile". In un rapporto diffuso in occasione della raccolta, le Nazioni Unite hanno evidenziato che "in qualita’ di potenza occupante, l’esercito israeliano e’ obbligato ad assicurare l’ordine pubblico e l’accesso dei palestinesi alle loro terre".

In Cisgiordania ci sono circa dieci milioni di ulivi e ogni anno puntualmente, in autunno, si verificano attacchi ai danni di coltivatori palestinesi ai quali i coloni cercano di impedire l’accesso alle terre.

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L’altra notizia, direttamente collegata alla precedente, e’ relativa a due imprenditori palestinesi, impegnati nella produzione di olio di oliva e nell’allevamento, premiati dall’Unione Europa per la migliore impresa palestinese. Entrambi hanno avviato le loro aziende con il microcredito ed ora sono realta’ economiche solide.

Ramon Hanouneh ha avviato la sua impresa a Betlemme nel 1981 e oggi impiega 19 persone ed esporta all’estero con un fatturato di oltre 150.000 euro l’anno.

Fatmeh Brejieh, grazie a un prestito avuto nel 2000 da un’organizzazione non governativa, ha creato un’azienda di mangimi per animali che oggi ha un fatturato di 50.000 dollari e 22 dipendenti.

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L’ultima notizia e’ relativa alla giornata di mobilitazione per la fine dell’embargo a Gaza, del 27 ottobre, in concomitanza con la conferenza internazionale organizzata (sempre a Gaza) dalla Ong Gaza Community Mental Health Programme (Gcmhp) in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ sull’impatto dell’assedio sulla salute mentale.

Secondo i dato forniti dalla ong Wafa, negli ultimi 15 mesi 252 palestinesi sono deceduti per non aver potuto accedere a trattamenti medici, a causa delle chiusure imposte dall’assedio.

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Non sappiamo come si e’ svolta questa giornata di solidarieta’ con il popolo palestinese, ma almeno per quello che riguarda l’Italia temiamo che brilli per la sua latitanza. Certo la comunita’ internazionale, con la sua politica unilateralmente filoisraeliana dei due pesi e delle due misure, ha fatto di peggio; si pensi al cosiddetto "Quartetto", il gruppo creato nel 2002 di cui fanno parte Russia, Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite, non solo ha fallito nel tentativo di portare avanti il processo di pace, ma ha indebolito la credibilita’ politica e l’influenza di due dei suoi componenti, l’Unione europea e l’Onu. Oggi non si vede chi possa portare il governo israeliano a rispettare il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite.

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Occorrerebbe anche fare una seria analisi degli otto anni della seconda intifada, iniziata nel settembre del 2000; di come questa ha assunto i tratti di una lotta tutta maschile su chi e’ piu’ potente, in cui alle donne e’ stato permesso di partecipare al macabro gioco con l’arma piu’ primitiva di tutte, la bomba umana - secondo quanto sostiene Amira Hass, giornalista del quotidiano israeliano "Ha’aretz"...

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 623 del 29 ottobre 2008



Mercoledì, 29 ottobre 2008