Eroi per forza

di don Vitaliano Della Sala

Toc! Toc! Chi è che bussa alla mia porta? “Sono La Guerra, porto in dote La Morte e vengo a riportarvi indietro una manciata di soldatini di stagno, ci stavo giocando, si sono rotti.” Ma è terribile!!! Come è potuto succedere! I nostri Eroi! “Sono La Guerra, vetusta meretrice, non faccio distinzione fra militare e civile, ne distinguo classe sociale.” Ma i nostri soldati erano impegnati in missione di Pace! “La Pace? io sono La Guerra. Guerra e Pace stanno accanto al massimo in un romanzo russo. Quando ci sono Io non c’è spazio per Lei. Qui in Iraq poi, quella fottuta non si è più fatta vedere, se non nei televisori dei caffè di Baghdad che rimandavano quelle vostre stupide manifestazioni nelle quali sfilate con quella ridicola bandiera, l’unica che non sono riuscita a intingere nel sangue.” Ma i nostri valorosi combattenti! Insomma anche il presidente Ciampi ha parlato di “immenso dolore”! “Sono la Morte e adesso mi spiego un poco. Ero qui anche ieri, ho bussato più volte alla vostra porta. Tenevo in braccio una madre coi suoi figlioletti uccisi come cani dinnanzi ad un checkpoint americano. Ho bussato ma non mi avete sentito. Ero qui anche il giorno prima, con i resti umani di quella che era una festa di nozze bombardata per errore dalle vostre bombe intelligenti. Ho picchiato sui vostri usci con ogni singolo frammento d’ossa, non mi avete dato retta vi ho sentito invece accapigliarvi per il rincaro del petrolio; anche questo merito mio. Ero qui anche il giorno precedente, e quello prima ancora, qui dinnanzi alle vostre case sin da quel fatidico 18 marzo 2003, ho condotto lo scuolabus saltato su una mina destinata ai convogli dei vostri alleati, ho fatti acquisti in un mercato poco prima fosse vittima dell’ennesimo bombardamento errato, vi ho portato da vedere i corpi decapitati dalla vostra intelligence, da saggiare le anime dei torturati a morte delle vostre Abu Ghraib. Ogni volta ho bussato, e ogni volta avete finto di non sentirmi, sino ad Oggi. Ora devo andare, sapete ho tutte queste teste da mozzare, questi corpi da spolpare, queste membra da amputare… Sono grata ai governi occidentali per tutto il lavoro che ultimamente mi hanno fornito, però forse, non pensate che meriti un po’ di riposo? Mi mandate in vacanza? Mi piacerebbe tanto villeggiare a Teheran… sto iniziando a studiare il persiano…”.

EROI PER FORZA!
Dopo le polemiche seguite al conferimento, da parte del presidente Ciampi, della medaglia al valor civile a Fabrizio Quattrocchi, una riflessione sullo stantio concetto di “eroe”, sulla “svendita” di medaglie, sui soldati; i “caduti” bisogna cominciarli a vedere come vittime di incidente sul lavoro e bisognerebbe rivolgere a Ciampi l’invito ad assegnare una medaglia al valor civile alle migliaia di operai e lavoratori vittime di incidenti sul lavoro; sarebbe un modo bello per celebrare il Primo maggio.



Ai caduti di Nassirya dedico La Ballata dell’eroe, di Fabrizio De Andrè:

Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità
ora che è morto la patria si gloria
d’un altro eroe alla memoria

ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d’un soldato vivo , d’un eroe morto che ne farà
e accanto nel letto le è rimasta la gloria
d’una medaglia alla memoria.

Da un posto qualsiasi del Pianeta terra,
2 maggio 2006

don Vitaliano Della Sala prete reale di una parrocchia virtuale
www.donvitaliano.it



Martedì, 02 maggio 2006