Quante sono le atomiche in Italia (2)?

di Alfonso Navarra

La discussione costruttiva che abbiamo aperto su quante atomiche ospita l’ Italia sara’ utilissima per il lavoro a supporto della campagna per un futuro senza atomiche.

Quando organizzeremo i tavoli per la raccolta firme, molte delle adesioni saranno sollecitate sulla base della sana e consapevole preoccupazione di chi vive accanto alle basi USA e NATO. Ed ai cd "porti nucleari".

Per la quale creeremo, in collaborazione dei comitati locali, delle schede apposite, che agevoleranno il lavoro dei militanti ai tavoli ed il rapporto con l’opinione pubblica: il che non significa affatto "gridare al lupo", tipico di certa sinistra ultraradicale (qui mi concedo una stoccata polemica). Ragionare, come fanno i vicentini, sugli enormi lavori che sono in corso al Site Pluto significa attingere una prospettiva piu’ realistica sul significato di cio’ che li tocca (e ci tocca) piu’ direttamente e visibilmente con il progetto Dal Molin. Fara’ sicuramente bene alla raccolta delle adesioni ai banchetti.

La fanteria e’ fuori dalla guerra atomica? Purtroppo non era vero ieri, con i famosi piani per la difesa nucleare della "soglia di Gorizia"; e non e’ vero neanche oggi, a maggior ragione con le atomiche che sono diventate micro, potendosi costruire con appena 10 grammi di materiale fissile.

(Su questo punto dei nuovi principi fisici che permettono di superare la "massa critica" ho parlato per ore con Emilio Del Giudice, scienziato dell’INFN, consulente - appare anche intervistato - del servizio di Rainews 24 "Anatomia di una bomba" , che ha vinto il premio Ilaria Alpi).

Ogni Arma, Marina, Esercito, Aeronautica - questo dovrebbe essere noto anche ai sassi - ha la sua proiezione operativa nella "deterrenza nucleare", oggi anche preventiva.

In particolare, la 173^ Brigata, un corpo di para’ supereccellente, che avra’ sede a Vicenza in tutti suoi reparti, e’ dai tempi del Vietnam - si dice - che si e’ distinta per le incursioni con gli elicotteri, tipo quella resa famosa dal film Apocalypse Now. Naturalmente Francis Coppola, il regista del film, non e’ una autorita’ indiscutibile in materia militare e potrebbe benissimo aver fatto confusione con altri reparti USA... Tornando all’attualita’ e per intendersi: al momento non esistono elementi per affermare che la Brigata ha in dotazione - che so - le famigerate GBU28, le Bunker Buster bombs, che sono delle bombe di penetrazione capaci di perforare il sottosuolo fino a 30 metri di profondita’.

Qui conviene seguire l’ottimo consiglio di Tiziano Tissino e non "sparare" informazioni che non hanno il minimo appiglio. Ma in altri casi, ci ricorda Giorgio Beretta, il dubbio e’ legittimo e consistente. Riporto la "saggia" mail che mi ha indirizzato:

"A me il ragionamento sembra molto semplice: di quelle 90 tra Ghedi e Aviano abbiamo una "qualche certezza/documentazione", delle altre abbiamo meno certezze, ma ci sono fonti che ne parlano. Noi chiediamo comunque la non produzione/dislocamento di tutte e stop".

Non mi convince, invece, la risposta di Tonino Drago:

"Basta che consulti il Bullettin Atomic Scientists che ogni hanno dice quante ce ne sono nel mondo e ti dice pure il tipo".

Il BAS e’ benemerito, come altrettanto benemeriti sono gli esperti indipendenti alla Kirstensen ed Arkin. Ma essi - poiche’ non sono interni alla tecnocrazia nucleare e per il motivo piu’ volte richiamato del segreto militare - possono al massimo illuminare fievolmente una parte della realta’ (includendo il ricorso a ragionamenti deduttivi, sempre probabilistici). Non ci danno, non possono darci, insomma, la "verita’" della questione atomica oggi.

Naturalmente, il segreto militare finisce sempre per trapelare, lasciare delle tracce, anche scritte: ce lo ricorda un bell’articolo, a firma Oscar Reyes, sul mensile attualmente in edicola di "Carta": "Altrimedia. Operazioni quasi invisibili. Sulle tracce degli uomini in nero". Perche’ il Moloch militarista non e’ per nulla superpotente e perfetto: tant’e’ vero che un Turi Vaccaro riesce a penetrare a Woensdrecht e a mettere fuori uso, con una rudimentale mazza, due F16 sofisticatissimi.

Infine condivido le considerazioni di Fabio Corazzina, in particolare questa:

"Non è la paura e la disperazione che ci fa cambiare, nè la prospettiva apocalittica, ma la coscienza che la storia possiamo modificarla in positivo, con la partecipazione allargata, con la conoscenza chiara del problema, con il rilancio della dignità della politica, con la serena e determinata azione per un mondo nuovo e possibile".

Fabio lo sa che, a questo proposito, io insisto sempre sul concetto di fede nella forza costruttiva della nonviolenza, che e’ l’unita’ popolare dei soggetti differenti (plurale) che si battono per i diritti; e per il diritto dell’umanita’ pacifica in armonia con la natura.

Alfonso Navarra

Coordinamento fermiamo chi scherza col fuoco atomico - c/o Campagna OSM-DPN - via Mario Pichi 1 - 20123 Milano

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Luned́, 23 luglio 2007