Brasile
Governo versus

di Alberto Dines

La grande quantità di manifestazioni da parte delle autorità cominciata martedì indica una strana situazione: lo Stato Brasiliano viene attaccato dallo Stato Brasiliano. Assurdo ? Peró vero ! Il quadro sembra kafkiano, illogico, ma è la pura realtà : siamo profondamente kafkiani nonostante le alte dosi di tropicalismo ed ibericismo che circolano nelle nostre vene. La melancolica e brumosa Praga sta qui , in mezzo a tanta esuberanza e solarità.

Una settima dopo la catastrofe dell’aereo della TAM, dopo dieci mesi di silenzio, omissioni e dissimulazioni, il governo si è svegliato. Nell’ammetere finalmente l’esistenza di una "crisi aerea", il presidente Lula mostra chiaramente l’esistenza di un conflitto tra governo e Stato, benché questa crisi sia stata negata per ben 10 mesi dall’insieme delle istituzioni che controllano, amministrano e proteggono la nazione.

I pronunciamenti e le azioni durante questo black out aereo cercavano di caratterizzare quel drammatico sdoppiamento di fatti come episodi circostanziali, senza connotati attribuibili al sistema. La rivolta dei controllori del traffico aereo contro la precarietà delle condizioni di lavoro e di equipaggiamento fu presentata in forma semplicistica come un "fuoco di indisciplina" da tenere sotto controllo con l ’applicazione di castighi rigorosi.

Il collasso del trasporto aereo a partire da Natale venne spiegato, formalmente ed ufficialmente, come una convergenza di condizioni eccezionali, non come una minaccia strutturale.

Uno Stato letargico, inoperante, concentrato quasi esclusivamente nel movimento delle forze politiche che lo sostengono, non seppe mettersi in stato di allerta, prevenire e neppure assumere il suo compito di difensore degli interessi della società.

Per lo Stato brasiliano "le persone che vanno in aereo " sono una elite, non meritano una azione emergenziale di grande portata. La prova sta nel fatto che il PAC (Piano di accelerazione per lo sviluppo) minimizza quello che riguarda il trasporto aereo e le alternative ferroviarie capaci di sciogliere i punti di strangolamento (come la rotta Rio-S.Paulo ). Adesso il governo dichiara a grandi lettere, che lo Stato non sa pianificare la crescita ed estrae dalle scartoffie il progetto magico di un terzo areoporto per lo stato di S. Paulo.

Sia il nostalgico discorso dell’ex-ministroWaldir Pires, come le parole energiche del nuovo titolare della Difesa, Nelson Jobin, confermano l’incapacità dello Stato nell’amministrare, che si annunciava in forma così chiara e inequivoca.

Le successive dichiarazioni del Brigadiere Jorge Kerson Filho, direttore del Cenipa (centro nazionale di investigazione e prevenzione di incidenti ) subordinato al comandante dell’Aeronautica, Juniti Saito, sono devastanti e non sono state smentite. Il martedì ammise che, contrariando la prasse e le convenzioni internazionali, la FAB (Forza Aerea Brasileira) consegnò alla Polizia Federale le prime conclusioni dell’inchiesta circa la collisione del Boeing della GOL con il Legacy. In altre parole: un alto funzionario del governo – il più qualificato in materia di sicurezza aerea – denuncia lo Stato per procedere in forma indebita in una tragedia che fin dal principio fu fortemente politicizzata.

Il giovedì, il brigadiere fu ancora più forte nel ricordare, emozionato, (di fronte alla CPI [ Commissione Parlamentare di Investigazione ] riguardante il Black out aereo ) che il 28 dicembre 2006, nell’auge del collasso aereo, dopo la sequenza di tre incidenti il Cenipa raccomandò una immediata riforma nella principale pista di Congonhas : "Tutto porta a pensare che avremo un disastro. Dobbiamo prendere qualche decisione drastica... ma non abbiamo potuto evitare quello che abbiamo previsto".

Il brigadiere non sa se il nuovo ministro, cioè il governo, manterrà in carica un alto funzionario che in maniera tanto esplicita ha rivelato l’apatia e l’irresponsabilità dello Stato.

Ciò che importa adesso è che la macchina statale ha ripreso vita e fiducia. E chi può farlo è solo il governo. Basta che assuma una condotta seria, compatibile con la gravità della situazione (senza barzellette deleterie ), basta che resista alle soluzioni retoriche (come la consegna della Varig alle "forze del mercato") e soprattutto basta che abbia il coraggio di difendere l’apparato politico dalle sollecitazioni tecniche.

Per salvare lo Stato il governo deve scendere dalle tribune d’onore e affrontare la realtà.


(traduzione di Fausto Marinetti)

Giovedì, 02 agosto 2007