Brasile - Rio Sao Francisco
DOM CAPPIO TERMINA IL DIGIUNO, «MA RESTO CON I POVERI»

di Agenzia MISNA

BRASILE 21/12/2007 9.05
FIUME SÃO FRANCISCO: ‘DOM’ CAPPIO TERMINA IL DIGIUNO, "MA RESTO CON I POVERI"


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“Chiudo il mio digiuno, ma non la mia battaglia”: inizia così la lettera di ‘dom’ Luiz Flavio Cappio letta ieri notte a Sobradinho (Bahia), nella cappella di São Francisco, lungo le rive dell’omonimo fiume per la cui salvezza il vescovo francescano di Barra ha scelto di ritirarsi in ‘digiuno e preghiera’ per 24 giorni, prima del mancamento occorso nella serata di mercoledì dopo la sentenza con cui il Supremo tribunale federale ha autorizzato la ripresa dei lavori del progetto di deviazione del terzo corso d’acqua brasiliano. ‘Dom’ Cappio ha lasciato l’ospedale di Petrolina, dove era stato ricoverato, per recarsi a celebrare una messa, a cui hanno partecipato anche il vescovo della diocesi locale e di Juazeiro: “Ieri ho completato 36 anni di sacerdozio, 36 anni al servizio degli abitati delle ‘favelas’ di Petropolis (Rio de Janeiro), della periferia di San Paolo e del popolo del sertão senza fine del Nord-Est brasiliano. Ieri abbiamo vissuto con scoraggiamento i potenti festeggiare la dimostrazione di servilismo del potere giudiziario. Ieri quando le forze mi sono mancate ho ricevuto il soccorso di coloro che mi hanno accompagnato in questi giorni lunghi e sofferti” ha detto il vescovo francescano di Barra nella lettera, di cui ha dato lettura Adriano dos Santos Martins, della ’Coordenadoria Ecumênica de Serviços’ (Cese). "Ma – ha proseguito – la nostra lotta continua ed è basata sul fondamento che tutto sostiene: la fede nel Dio della vita e nella mobilitazione organizzata dei poveri. La nostra lotta principale è garantire la vita del Rio São Francisco e del suo popolo, garantire l’accesso all’acqua e al vero sviluppo per l’insieme delle popolazioni di tutto il semi-arido, non solo una parte. Questo vale una vita e sono felice di dedicarmi a questa causa che fa parte della mia consegna al Dio della vita, all’Acqua Viva che è Gesù e che si dà a coloro che vivono massacrati dalle strutture che generano oppressione e morte. Una delle nostre grandi gioie in questo periodo è aver visto il popolo alzarsi in piedi e reagire nel suo cuore alla coscienza della forza dell’unione, bambini e giovani cantare la speranza , gridare con le braccia alzate e gli occhi che guardano al futuro che desideriamo per il nostro caro Brasile. Un futuro di tutti, dove tutti, senza alcuna eccezione, hanno diritto a mangiare, all’acqua da bere, alla terra da coltivare, alla dignità e alla cittadinanza. Ho ricevuto con amore e rispetto la solidarietà di ciascuno, vicino o lontano. Ho ricevuto con gioia la solidarietà dei miei fratelli vescovi, padri e pastori che hanno manifestato in modo così fraterno la loro comprensione per la gravità del momento che viviamo. Attraverso la sua presa di posizione coraggiosa la Cnbb (Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile) ci ha restituito la speranza di vederla tornare a essere quella che è sempre stata nei suoi tempi d’oro: fedele a Gesù e al suo Vangelo, un’istituzione votata alle grandi cause del Brasile e del suo popolo con una posizione chiara e determinata nella difesa della dignità della persona umana e dei suoi diritti inalienabili, soprattutto mettendosi al fianco dei poveri e degli emarginati di questo paese. Ho ascoltato con profondo rispetto l’appello dei miei familiari, degli amici e delle sorelle e dei fratelli di lotta che mi accompagnano e mi hanno sempre voluto vivo a lottare per la vita. Lottare contro la distruzione della nostra bio-diversità, dei nostri fiumi, della nostra gente e contro l’arroganza di coloro che vogliono trasformare tutto in merce e moneta di scambio. In questo grande movimento formato a partire da Sobradinho abbiamo vissuto un momento senza pari di intensa comunione ed esercizio di solidarietà. Dopo questi 24 giorni chiudo il mio digiuno – ha concluso nella sua lettera ‘Dom’ Cappio – ma non la mia lotta che è anche la vostra, che è la nostra. Vogliamo ampliare il dibattito, diffondere informazioni vere, far crescere la nostra mobilitazione. Fino a quando non sconfiggeremo questo progetto di morte e conquisteremo un vero sviluppo per il semi-arido e il fiume São Francisco. È per voi che avete lottato con me e percorso lo stesso cammino che chiudo il mio digiuno. So che posso contare su di voi e voi contare su di me per continuare la nostra battaglia affinché «tutti abbiano la vita e la abbiano in abbondanza»”. Dopo la messa il vescovo è tornato all’ospedale di Petrolina dove proseguirà il suo recupero.(a cura di Francesca Belloni) [FB]

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Giovedì, 27 dicembre 2007