"Mayaki"

di NUESTRA AMERICA

Report sull’incontro con Evo Morales, il primo presidente indigeno dell’America Latina che ha incontrato a Roma, lo scorso 29 ottobre, i movimenti e le comunità che lottano in Italia per una democrazia dal basso, per i beni comuni e per la pace.


Ci sono incontri che valgono la pena di essere vissuti, analizzati e socializzati. E’ il caso del confronto che nella giornata di lunedì 29 ottobre abbiamo avuto con il presidente della Bolivia Evo Morales.

Dopo cinquecento anni di dominazione e colonialismo, un indio è riuscito a diventare democraticamente presidente del paese che ha subìto più colpi di stato di tutta l’America Latina, che ha visto il tentativo guerrigliero di Ernesto Che Guevara, che ha visto i movimenti popolari e sociali bloccare con forza i tentativi di privatizzazione dell’acqua, del gas e delle risorse, che ha visto la maggioranza indios diventare protagonista del cambiamento politico della Bolivia.

Degli straordinari risultati e delle altrettanto straordinarie difficoltà del processo di cambiamento in Bolivia, Evo Morales ha parlato a lungo e senza retorica nel confronto avuto con i movimenti sociali nel pomeriggio e nell’assemblea di massa tenutasi in serata all’università di Roma.

Evo Morales ha voluto incontrare i movimenti nella cornice, anomala per il protocollo ma significativa dal punto di vista politico e culturale, delle case occupate di via De Lollis a Roma.

Qui una ventina di esponenti dei movimenti – tra cui anche Nuestra America – hanno riassunto in modo estremamente sintetico l’agenda delle lotte e delle vertenze che impegnano i movimenti sociali italiani. Dall’opposizione alla TAV e alla base al Dal Molin ai movimenti per il diritto alla casa e all’acqua, dai movimenti sindacali di base e anticoncertativi alle reti antimilitariste e ambientaliste, Evo Morales ha voluto conoscere ed apprendere quelle che sono le emergenze sociali anche in un paese a capitalismo avanzato come l’Italia, membro del G 8.

E’ strana e positiva la sensazione di parlare ad un Presidente di vertenze sociali che dà l’idea di conoscere bene perché in Bolivia come in Italia si sono dovute scontrare con i medesimi avversari: le multinazionali, gli istituti finanziari internazionali, la logica del profitto privato, i governi subalterni. E di come in entrambi i paesi – così come in un mondo reso più simile dalla globalizzazione liberista e più feroce dalla competizione globale – i movimenti sociali rivendichino gli stessi diritti e difendano la stessa dignità pur in condizioni estremamente diverse. Gli indios boliviani definiscono tutto questo con il termine “Mayaki” ossia il sentirsi una sola entità, una sola forza comune.

Questa sintonia e la sua straordinaria importanza sono state vissute con forza tra le centinaia di persone che hanno affollato l’assemblea serale all’università La Sapienza, piena di uomini e donne in carne ed ossa ma disertata dalle autorità politiche ed accademiche.

Alla presenza degli ambasciatori di paesi che stanno cambiando il volto sociale e la mappa politica dell’America Latina come Cuba, Venezuela, Ecuador, Panama, per due ore Evo Morales – introdotto dal nostro direttore Luciano Vasapollo e da Gianni Minà- ha spiegato tutti i passaggi del processo di cambiamento in corso in Bolivia senza nascondere i problemi e le difficoltà, incluse le minacce di colpo di stato e di secessione del paese che l’oligarchia appoggiata dagli USA sta portando avanti per mantenere inalterati i propri privilegi.

Dobbiamo ammettere che nell’incontro pomeridiano e nell’assemblea serale abbiamo visto concretizzarsi le tracce di ricerca e il progetto di lavoro che anni fa abbiamo messo in campo dando all’esperienza di Nuestra America. Una riflessione non retorica né romantica sui processi di cambiamento in America Latina che avevamo sentito incubare nel continente rebelde sin dai primi anni Novanta. Quindici anni fa sembrava una scommessa con la storia e una sfida alla logica eurocentrista ancora egemone sull’elaborazione e l’azione politica di gran parte della sinistra europea. Oggi quella scommessa e quella sfida si sono concretizzate e questo ci conforta nella prosecuzione e nell’estensione del lavoro di Nuestra America.


NUESTRA AMERICA


http://www.nuestra-america.org/

Per ascoltare la registrazione dell’incontro usa i link seguenti dal sito di Radio Radicale



Mercoledì, 31 ottobre 2007