San Salvador
Lettera a Mons. Migliore e al Card. Martino

di Pax Christi Italia - Associazione Oscar Romero – SICSAL Italia

Sul conferimento del Premio "Path to Peace Award 2008" al Presidente della Repubblica di El Salvador, Elías Antonio Saca González


Ciao a tutte/i, a seguito della notizia che la Fondazione Path to Peace ha conferito, lo scorso 10 giugno, il Premio "Path to Peace Award 2008" al Presidente della Repubblica di El Salvador, Elías Antonio Saca González, con le motivazioni che troverete sotto, questa mattina abbiamo scritto a MONS. CELESTINO MIGLIORE, Presidente di Path to Peace Foundation e Osservatore Permanente della S. Sede all’ONU e al CARD. RENATO MARTINO, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, la seguente lettera. Poiche’ il mio e nostro pare si esprime benissimo in essa, vi risparmio ulteriori commenti e spreco di aggettivi :-( ciao, Alberto Vitali


A Sua Ecc. Rev.ma MONS. CELESTINO MIGLIORE Presidente di Path to Peace Foundation

e p.c. A Sua Em. Rev.ma CARD. RENATO MARTINO Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

Firenze, 13 giugno 2008

Eccellenza Reverendissima,

con sincero sconcerto e profonda tristezza abbiamo appreso che la Fondazione Path to Peace, da Lei presieduta, ha conferito, lo scorso 10 giugno, il Path to Peace Award 2008 al Presidente della Repubblica di El Salvador, Elías Antonio Saca González, quale «riconoscimento della sua collaborazione al Agreement Peace Process».

Nello specifico, le motivazioni della prestigiosa onorificenza gli riconoscono di essersi prodigato per una maggiore democratizzazione della vita politica del suo Paese, di aver operato riforme alla legge giudiziaria e altre che mirano a ridurre la delinquenza; e soprattutto di aver lottato con successo per estirpare le situazioni di povertà estrema in cui versavano intere aree della popolazione.

Ebbene, Eccellenza, per la conoscenza diretta che abbiamo della situazione sociale, economica e politica di El Salvador, dove siamo presenti con alcuni operatori e progetti, ma soprattutto per i rapporti di collaborazione che sviluppiamo con diverse istanze della Chiesa Cattolica locale, possiamo affermare con assoluta certezza che la realtà è profondamente diversa.

La reale situazione del paese ci sembra, infatti, perfettamente raffigurata nella denuncia espressa dal vescovo ausiliare di San Salvador, Mons. Gregorio Rosa Chávez, nel corso di una conferenza stampa, appena pochi mesi fa – era il 16 gennaio u.s. – quando ebbe a dire che «i salvadoregni stanno affrontando oggi gli stessi problemi che provocarono la guerra, giacché nonostante il tempo intercorso, la realtà economica di migliaia di famiglie è uguale o peggiore di allora».

La gravità di tale situazione appare chiaramente anche dal “Bilancio annuale 2007 sulla situazione dei Diritti Umani in El Salvador”, redatto dalla Procura per la Difesa dei Diritti Umani (PDDH), Istituzione creata in occasione degli Accordi di Pace del 1992, grazie alla mediazione dell’ONU.

Livello politico e democratico

Quanto al livello politico e democratico del paese, il Presidente González è stato eletto il 21 marzo 2004, al termine di una campagna elettorale, segnata da innumerevoli intimidazioni, violazioni dei Diritti civili (in particolare quelli elettorali) e spargimento di sangue; e il cui risultato è stato determinato da macroscopici brogli elettorali. Di questo siamo personalmente testimoni, in quanto una delegazione di Pax Christi Italia vi ha assistito, in qualità di Osservatori Internazionali, su invito della suddetta Procura per la Difesa dei Diritti Umani, avendo ricevuto l’accreditamento da parte del Tribunale Supremo Elettorale. Le nostre denuncie, come quelle di decine di altre delegazioni internazionali, sono state raccolte e catalogate dai rispettivi organi di competenza.

Una situazione del tutto simile si sta nuovamente prospettando anche per le elezioni presidenziali del prossimo anno: basti pensare che negli ultimi mesi l’Assemblea Legislativa salvadoregna ha approvato una modifica alla legge elettorale, tale per cui saranno ritenute valide anche le schede prive del timbro e della firma del presidente di seggio.

Situazione economica

Secondo un’indagine della Fondazione di Studi per l’Applicazione del Diritto (FESPAD)[1], negli anni di governo dell’attuale Presidente il costo del paniere è aumentato di 130$, anche a causa delle condizioni di lavoro sempre più difficili, che hanno indotto la direttrice di FESPAD, María Silvia Guillén, a dichiarare, il 6 giugno u.s. che: «il lavoro è sempre più precario e le libertà sindacali in questo paese sono storia passata».

Del resto, la drammatica situazione di miseria, in cui già versa un’ampia parte della popolazione - evidentissima a chiunque vi si rechi con occhi disincantati - è recentemente divenuta oggetto delle preoccupazioni e denuncie d’importanti Organismi internazionali.

Da prima l’allarme lanciato dal Fondo Monetario internazionale che ha dichiarato “a rischio”, per fame, 1,5 milioni di salvadoregni, su una popolazione complessiva di ca. 5.744.113 persone; e ha perciò proposto un prestito di 6 milioni di Dollari USA, per sostenere l’agricoltura nazionale.

Poi, il 22 novembre 2007, un Rapporto del Programma Mondiale di Alimentazione (PAM) e della Commissione Economica per l’America Latina e il Caribe (CEPAL) ha rivelato che la denutrizione nel paese non potrà essere ridotta alla metà entro il 2015, come previsto dal primo Obiettivo dello Sviluppo del Millennio (“sradicare la povertà estrema e la fame”), «poiché le spese governative nell’area sociale sono insufficienti».

Situazione sanitaria

La situazione sanitaria conosce da anni un progressivo e apparentemente irrefrenabile deterioramento. Infatti, dopo il tentativo del precedente Presidente, Francisco Flores, di privatizzare completamente, nel corso del 2003, l’assistenza sanitaria - fallito per la reazione unanime del personale sanitario e di ampi settori della popolazione civile - la rete degli ospedali pubblici soffre oggi un’acuta crisi di attenzione al paziente e mancanza di farmaci, per cui l’autorità dei nosocomi obbliga gli utenti a pagare i servizi medici. Ciò è stato pubblicamente denunciato, lo scorso 28 maggio, mediante conferenza stampa, dal Sindacato di Categoria dei Lavoratori dell’Infermeria di El Salvador (SIGEESAL) e dalla Rete PREVENSIDA, il cui portavoce, Miguel Orellana, ha manifestato la diffusa convinzione che il Ministero della Salute provochi intenzionalmente questo degrado per promuovere la privatizzazione dei nosocomi.

A peggiorare le cose, si aggiunge la gravissima situazione d’inquinamento ambientale in cui versa l’intero Paese, aggravata da tutta una serie di concessioni a Ditte estere che contaminano la natura e la popolazione (in particolare i minori, colpiti da gravissime forme di malattie respiratorie), a causa della violazione delle più elementari norme di sicurezza.

Una menzione particolare merita, a questo riguardo, la controversia con la ditta mineraria Pacific Rim, che dopo aver cercato inutilmente di fare pressioni sull’Arcivescovo di San Salvador e Presidente della Conferenza Episcopale Salvadoregna, per farlo desistere dalla presa di posizione dell’intera Chiesa Salvadoregna contro i pericoli della miniera, ha ora iniziato una campagna di pressione pubblica contro lo stesso Mons. Fernando Sáenz Lacalle.

Trattati di Libero Commercio

Un elemento unificante ed esplicativo del deterioramento sistematico della situazione sociale ed economica in El Salvador è certamente rappresentato dal Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti, entrato in vigore il 1° marzo 2006. Tale Trattato ha, infatti, definitivamente rovinato l’economia dei piccoli contadini e ha sensibilmente impoverito il potere d’acquisto delle famiglie salvadoregne, “ancorando” (sostituendo) la moneta nazionale, il Colon, al Dollaro Usa, con un valore di cambio di 1$ per 8.75C, che ha fatto esplodere l’inflazione.

Ad aggravare ulteriormente l’ormai insostenibile situazione interverrà, a breve, l’“Accordo di Associazione” con l’Unione Europea, in fase di completamento.

Violenza e repressione

Tutto ciò non può che generare condizioni di sempre maggiore violenza. Per quanto le cifre ufficiali segnalino un lievissimo calo, El Salvador si attesta come uno dei paesi più violenti dell’America Latina. I dati rivelano, infatti, che da gennaio ad aprile 2008 sono state assassinate 1031 persone; per una media di 8,5 omicidi al giorno, in un Paese pur così piccolo; il 78,1% dei quali commessi con arma da fuoco.

La risposta dello Stato, nel corso degli ultimi due mandati presidenziali, è stata quanto mai ambigua, con la promulgazione di Leggi cosiddette della “Mano dura” e “Super mano dura”, che hanno provocato ripetute denunce da parte dei Procuratori, succedutisi alla Direzione della Procura per la Difesa dei Diritti Umani, e di altri Organismi istituzionali e umanitari internazionali, per le palesi violazioni che esse arrecano ai più fondamentali Diritti umani.

Significativa, a questo riguardo, ci appare la denuncia di FESPAD, nella già citata conferenza stampa del 6 giugno u.s. «In materia di diritti umani, la gestione è stata deficitaria. In materia di diritti civili c’è un regresso autoritario dopo la firma degli Accordi di Pace: la protesta civile si è trasformata in un atto di terrorismo, sono state promulgate leggi, come quella antiterrorista contro il crimine organizzato, che non criminalizzano il terrorismo o il crimine organizzato, ma piuttosto la protesta sociale e la gioventù in situazione di povertà».

A tutto ciò, si aggiunga il reiterato rifiuto da parte del Governo salvadoregno di dar seguito alla “raccomandazione” della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), che nel 2000, identificando lo Stato salvadoregno come «responsabile per la violazione del diritto alla vita dell’Arcivescovo Romero e per la mancanza di investigazione di questi fatti» chiese che venisse «realizzata una investigazione giudiziale, per giudicare e sanzionare i responsabili».

Infine e soprattutto, non possiamo dimenticare il richiamo del Gruppo di Lavoro sulle Scomparse Forzate dell’ONU che, nel febbraio 2007, sosteneva: «in El Salvador il delitto di sparizione forzata continua ad essere commesso, mentre non si puniscono i responsabili di più di 2000 casi denunciati».

In quella stessa occasione, Santiago Corcuera, presidente-relatore del suddetto organismo delle Nazioni Unite, rivolgendosi ai membri delle Commissioni “Giustizia e Diritti Umani” e “Relazioni Estere” dell’Assemblea Legislativa Salvadoregna, aggiungeva: «E’ doloroso dirlo, ma in questo momento, in cui sto parlando con voi, lo Stato Salvadoregno sta commettendo il delitto di sparizione forzata».

Conclusioni

Di fronte a tale tragica situazione[2], ci chiediamo pertanto come sia stato possibile che la Fondazione da Lei presieduta abbia potuto insignire di tale onorificenza e perciò avvallare l’operato del presidente Elías Antonio Saca González; soprattutto nel momento in cui nel paese si è già riaccesa un’infocata campagna elettorale per le elezioni presidenziali del prossimo anno.

Ma, soprattutto, ci avvilisce la testimonianza sofferta di molti settori ecclesiali che, dopo aver sperimentato il conforto della vicinanza e conosciuto il volto materno e amico della Chiesa di Mons. Oscar Arnulfo Romero, si sentono ora sempre più abbandonati e traditi.

Con tutta la sincerità e la carità che la fraternità in Cristo ci impone, sentiamo il dovere di affermare che questo premio costituisce un’offesa alla verità e alla dignità del popolo salvadoregno e un tradimento dell’eredità pastorale di Mons. Romero.

La preghiamo pertanto, Eccellenza, di voler individuare qualche possibile gesto che possa riparare questa offesa e preservare da qualsiasi ambiguità il comune impegno per la Pace.

Pax Christi Italia

Associazione Oscar Romero – SICSAL Italia

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[1] http://fespad.org.sv/wordpress/

[2] Ulteriori e più dettagliate informazioni sono consultabili alla pagina web dell’Associazione Oscar Romero di Milano: http://www.sicsal.it/pagine-base/osservatorio.htm



Venerdì, 13 giugno 2008