Africa - CRISI CIAD
ACRA fa appello per gestire l’emergenza e cominciare a ricostruire

Un pressante appello da parte di ACRA, Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America latina


Riceviamo da ACRA, Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America latina, questo pressante appello a favore della popolazione del CIAD. Invitiamo tutti i nostri lettori a dare una mano a questo martoriato popolo.

ACRA, Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America latina, ong di Milano presente in Ciad dal 1968, sta, in queste ore, dando soccorso alla popolazione ciadiana vittima silenziosa e inerme dei recenti scontri tra le truppe governative del Presidente Idriss Deby Into e i ribelli fronte unito dei rivoluzionari. Centinaia i feriti ancora negli ospedali, oltre 30.000 gli uomini, le donne e i bambini fuggite con ogni mezzo nel vicino Camerun. La capitale N’Djamena è distrutta, scarseggia il cibo, i prezzi aumentano, negli ospedali mancano medicinali e carburante. ACRA lancia un appello a non dimenticare la tragedia di questa popolazione e a sostenere concretamente il duro compito della ricostruzione.

In Ciad, uno dei paesi più poveri al mondo, da quarant’anni ACRA, lavora al fianco della popolazione per combattere le cause di fame e povertà a partire dai bisogni primari della gente. In questi anni, in diverse aree rurali del paese, ACRA ha costruito scuole, allestito biblioteche e formato insegnanti per garantire il diritto all’istruzione. Avviato casse di microcredito per migliorare le condizioni di vita delle famiglie e in particolare delle donne. Promosso il rimboschimento di aree a rischio per prevenire i fenomeni di desertificazione, realizzato magazzini per la conservazione dei cereali per garantire la sicurezza alimentare. Costruito pozzi e infrastrutture idriche per portare acqua nei villaggi e nelle case, in un paese dove  per la mancanza d’acqua si muore. E ancora, di recente, ACRA insieme ai missionari gesuiti, ha costruito l’Ospedale Policlinico Buon Samaritano di 180 posti letto a sud di N’Djamena e avviato una Facoltà di Medicina e Chirurgia capace di formare una classe medica, perché lo sviluppo di un popolo passa, prima di tutto, dalla salute della sua gente.

Oggi nelle difficili ore che seguono lo scontro tra forze del presidente e i ribelli e in un momento in cui, dopo il clamore della notizia del tentato colpo di stato, i mass media tacciono, ACRA non rinuncia a dare sostegno e voce alla popolazione ciadiana, vittima silenziosa e inerme.  Migliaia le persone, tantissime le donne e i bambini, fuggite in questi giorni in Camerun, attraversando con ogni mezzo a disposizione, anche a nuoto, il fiume Chari. Quasi mille i feriti arrivati negli ospedali della capitale, N’Djamena, colpiti da pallottole vaganti. La città è in ginocchio: strade, case, mercati distrutti. Manca cibo, acqua, medicinali, materiale di soccorso e carburante per alimentare i gruppi elettrogeni delle sale operatorie. Con i suoi volontari ACRA, in questi giorni, sta lavorando all’Ospedale Buon Samaritano per dare soccorso ai feriti e con la popolazione di N’Djamena per gestire la difficile ricostruzione e il ritorno alla normalità.

Di fronte a una situazione di totale incertezza per il futuro di queste popolazioni, ACRA fa appello alla sensibilità dell’opinione pubblica per sostenere questo difficile compito, uscire dall’emergenza e cominciare a ricostruire.

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Sabato, 09 febbraio 2008