Lettera
Una provocazione

di Attilio Doni

Caro direttore, la mia lettera "A sua immagine" (22 aprile) era un po’ una provocazione. Mirava ad affacciare un problema di non facile soluzione. Il Catechismo della Chiesa cattolica recita: "Il corpo dell’uomo partecipa alla dignità di immagine di Dio: è corpo umano proprio perché è animato dall’anima spirituale" (n. 364). Non si può quindi ritenere che l’anima somigli a Dio (e che Dio di conseguenza in qualche modo somigli a quell’anima), e il corpo non somigli a Dio (e Dio non somigli a quel corpo).

Così, nel caso cui accennavo nella lettera, dovremmo ritenere che Dio in qualche modo somigli al violento stupratore. Ma non è una bestemmia?

Altrimenti bisogna ritenere che le creature abbiano la possibilità di diventare altro da sè, di cambiare natura al punto da non poter più essere considerate creature di Dio. Ma sono o non sono creature di Dio? Del resto lo stesso problema si presenta se pensiamo al diavolo.

Attilio Doni



Mercoledì, 23 aprile 2008