Una precisazione su «Perchè ride?»

di Elisa Merlo

Caro direttore de "Il dialogo", la mia lettera "Perché ride?" da voi pubblicata, e che ha suscitato qualche perplessità, abbisogna forse di qualche chiarimento. Nel definire bella la vita di Berlusconi c’era dell’ironia, ma è ovvio che confrontata con la vita di esseri che nascono soffrendo atrocemente magari solo per la fame e la sete, se non per gravi malattie, e muoiono soffrendo; oppure di esseri sfruttati e maltrattati sin da bambini, tenuti in stato di schiavitù, non si può oggettivamente non fare la differenza. Quanto alla domanda: "perché ride?", c’è bisogno di spiegazioni? Ridendo continuamente il Cavaliere si mostra stolto, come quegli stolti che se n’escono con la banalissima frase "La vita è bella". Perchè non vai a dirlo in certi ospedali dove il dolore non ti permette di pensare? "Figlio mio, smetti di gridare dal dolore, smetti di desiderare che la morte venga a liberarti: la vita è bella!".

Elisa Merlo



Mercoledì, 19 marzo 2008