Lettera
Preferisco insistere piuttosto che tacere

di Giovanni Carbone

Riflessioni sul Papa, i giovani, Pavarotti ...


Riceviamo e pubblichiamo


Il Santo Padre a Loreto, in occasione dellAgorà dei giovani italiani,ha sostenuto, in uno dei discorsi a loro rivolti, che la Chiesa non è un centro di potere!

Ricordo di aver letto su Epoca degli anni ottanta, prima del suo tramonto, la lettera aperta del Sindaco di Trapani rivolta a Giovanni Paolo II. Il Primo cittadino Lo invitava a cancellare dalla sua agenda la visita prevista alla città della Trinacria. Per l’allestimento del palco, l’attuazione del piano da organizzare per la viabilità, la sicurezza e quant’altro sarebbero occorsi oltre quattrocento milioni di vecchie lire. Nella lettera il Sindaco precisava che quei soldi erano previsti per il perfezionamento dell’ospedale. Papa Giovanni Paolo II ignorò la lettera e a Trapani si recò. Ricordo pure che a Napoli, il solo palco allestito per accogliere Sua Santità, il polacco, costò ottocento milioni. Così si diceva. I più onesti dichiaravano che la spesa richiesta ad ospitare convenientemente il Papa era elevata sì, ma che essa veniva decuplicata dai voraci e insaziabili avvoltoi. D’altra parte, a loro dire, era inutile discutere di moneta rispetto ai benefici derivanti dalla gioiosa manifestazione. Fatto sta che tra la visita papale, i miracoli di San Gennaro, la rilevante presenza di sua eccellenza, il cardinale Giordano, ora sostituito dal cardinale Sepe, ancora più risolutivo del suo predecessore, Napoli gode negli ultimi tempi di straordinari primati, relativi chiaramente ai rifiuti, alla camorra, alla delinquenza minorile, all’abbandono scolastico, al numero dei morti ammazzati, al lavoro precario, ai morti sul posto di lavoro, al numero dei clandestini… In caso poi di rare provvide soluzioni, toccate per dovere al popolo che paga, tutti compaiono sul piedistallo per darsi e vantarsi della paternità degli interventi, magari a cazzottate!

Palchetti: quello di Trapani o di Napoli o… rispetto al palco preparato per Sua Santità in quel di Loreto! Il luogo, gremito di giornalisti, d’osservatori di cultura, di Tutori dell’Ordine, di mezzi di soccorso, di prelati d’ogni ordine e grado, affollato da due tre quattrocentomila persone, no, non riflette l’immagine della Chiesa come centro di potere!

Tanto ha affermato Benedetto XVI. Evviva! Certamente m’indigna l’asserzione del tedesco Ratzinger, ma mi ferisce ancor più il silenzio intorno ad essa. L’Italia ha taciuto e non apre bocca! Sempre che è vero, ovviamente, che la Chiesa è un centro di potere! Per quanto mi riguarda, difficilmente mi convincerò del contrario. L’anziano Papa, fisicamente ringiovanito dal giorno dell’oneroso incarico, nei suoi impeccabili ma inutilmente lunghi discorsi, ha poi esortato i giovani a non aver paura di preferire le vie "alternative" indicate dall’amore vero, ad essere più che ad avere… Bellissime raccomandazioni, per carità!

Consideriamo una scuola poco funzionante per mancanze strutturali, per il preside assenteista, per incapacità del corpo insegnante, per una falsa politica dominante permissiva, per i genitori interessati alla promozione dei figli, meriti a parte.  Un bel giorno si presenta il direttore distrettuale e invoglia gli studenti a svolgere i propri compiti con serio impegno.   In questa scuola ci sarà pure qualche studente che andrà contro corrente! I giovani sono un prodotto: se hanno ricevuto un insegnamento morale adeguato, assumeranno un conseguente consono comportamento. Abbia il coraggio perciò il mondo adulto ad essere educatore degli imberbi. Siano Stato e Chiesa in prima istanza l’orientamento della gioventù. È la scatola grande che comprende la piccola, non può essere vero l’inverso.

“Speriamo di rivederci tutti al prossimo appuntamento in Australia. Preghiamo il buon Dio. A Lui tutto è possibile”. Pregare e adoperarsi per i malati, i carcerati, i diversamente abili, gli affamati, gli assetati…? Dopo! No comment! Sollecitare i giovani a debellare l’accattonaggio, la falsa elemosina a favore di politiche egualitarie? A tempo e luogo!

Chi erano i giovani intervenuti al raduno? Tra loro non ho intravisto né pecore zoppe, né emarginati. Erano giovani ben nutriti, apparentemente spensierati, soddisfatti di trascorrere per una giusta ragione qualche giorno fuori casa, felicissimi di diventare visibili di fronte alle telecamere, pronti ad applaudire i big ospiti. Chissà quanti figli di separati, divorziati.

Erano i figli della classe media, quelli che hanno potuto avere il denaro servito per le spese del viaggio, del sacco a pelo, del cappellino ed altri effetti proposti per l’occasione dalla furba organizzazione… Insomma un bell’affare per tutte le parti in causa!

Il Papa pronunciava belle parole d’effetto con voce di tanto in tanto metallica, ben accomodato e composto sul trono, quasi immobile. Con una mano teneva i fogli da leggere, mentre gesticolava con l’altra evidentemente ingioiellata e che liberava la vista del massiccio crocefisso – immagino d’oro - cadente sul petto. Che noia quando si vuole apparire freddamente troppo buoni e saggi! “Non bisogna aver paura d’essere umile!”

Pavarotti, l’amabile buonanima, non ha pronunciato discorsi ai giovani. Di fatto, li ha avvicinati alla musica classica e viceversa, trasmettendogli la sua autentica passione. È stato d’esempio nel praticare la generosità con umiltà. Il mondo intero lo applaude e lo conserva nei propri ricordi. Fatti, tanto cuore e poche parole! RudyardKipling ha rivolto al figlio “Se” una sorta di poesia: poche e semplici parole d’insegnamento a come potenziare la qualità dell’essere Uomo. Chi più del semplice e autorevole Cristo? Con presunzione, goffamente imitato e con la pretesa di portarne la corona ma indiscutibilmente non quella di spine!

Da educatore negli Istituti per i minorenni, non credo di aver mai raccomandato ad un giovane responsabile di non importa quale illecito, di non commetterne più. Per fortuna! Abbiamo insieme parlato dell’illecito e cosa spinge a commetterlo. Evitando i paletti, l’ho informato sulle risorse territoriali per un eventuale suo inserimento sociale. L’ho spronato a frequentare la scuola interna. L’ho motivato a riempire il tempo in fattive e creative attività, perché l’occupazione affranca dalle varie schiavitù umane. Ho tentato, anche se nel minimo, di dargli spazi e mezzi necessari a renderlo soggetto di storia, protagonista del suo vissuto.

Tutto è andato bene fino a che - ricco d’enti religiosi e morali, di volontari, di figure istituzionali – il mitico esterno ha funzionato dando continuità agli interventi onorati superfluamente all’interno. Il numero dei minori recidivi però costituisce purtroppo una prova di pochezza e d’inefficacia del primo, del secondo, del terzo settore e compagnia. Il minore è rientrato, abbandonato a se stesso, nel medesimo ambiente che ha favorito il suo disagio sociale. Eppure, un minore, il debole, ha diritto ad essere condotto nella vita fino alla sua autosufficienza!  La mia esperienza m’induce a sostenere che, in linea generale, l’ultima ruota del carro resta tale a vita. Intorno ad essa ruotano gli assetati e avidi papaveri!  No, non c’erano a Loreto i bisognosi, i balordi, i delinquenti, i ribelli, i violenti. C’era la bella e buona gioventù italiana, meritevole d’incontrare Sua Santità da applaudire alla stregua di un mito, se non altro per una circostanziale cortesia. Magari a rivedersi in Australia! Applausi triplicati!.

Mettiamo un gregge di un gran numero di pecore mal ridotte per malattie, handicap, aggressioni varie. Mettiamo l’assunzione di un pastore capace di riordinarlo. Immaginiamo che il pastore si presenta con abiti di buona foggia e stile. S’insedia nella casa colonica, trasformata per la sua dignità in casa padronale. Da qui si rivolge alle pecore raccomandandole di far le buone e prioritariamente di non abortire o chiedere di morire… È cronaca odierna. Dopo Ruini ricomparso in TV, il Santo Padre in occasione della sua visita pastorale in Austria, si ripete sugli apparenti unici problemi che attanagliano l’umanità: l’aborto e l’eutanasia. I vaccinati fedeli scelgono tra i mali il minore. Figuriamoci gli altri! A mio avviso, è solo Dio che accende e spegne l’interruttore della vita, non importa come, quando e perché.

Ancora un’osservazione: i medici, primari e no, di solito si prodigano tutti a garantire la vita di un qualunque soggetto povero o ricco, artista o straccivendolo. Così i pompieri, le Forze dell’Ordine… Per Pavarotti è intervenuto l’arcivescovo di Modena con un nutrito codazzo a celebrare il suo pomposo funerale. Non poteva officiare da solo il prete di turno. D’accordo! Può pure accadere che l’arcivescovo onori il funerale di uno qualunque, beninteso sempre che desti clamore di cronaca. L’umile Chiesa non è un centro di potere, non è gerarchica, siamo tutti fratelli, tutti uguali.

09 settembre ’07

Giovanni Carbone



Lunedì, 10 settembre 2007