Lettere
Snazionalizziamoci

di Silvia Maiorani

Tutto questo letame che ci sommerge quotidianamente e che purtroppo non serve neanche a concimare, mi fa riflettere. La certezza di avere guide, leader, miti, eroi, santoni, taumaturghi, è dannosa. E’ sempre più illusorio affidare le sorti di tanti nelle mani di pochi. Le icone stanno bene solo sui poster e sulle magliette. E questo non significa che io non ci sia passata. Ho stimato fino a poco tempo fa Beppe Grillo, ho votato fino alle ultime elezioni rifondazione comunista ecc. ecc. Ma poi ti accorgi che questi personaggi, partiti, istituzioni cominciano a puzzare. A maleodorare.

I rom.Tanto temuti. Sono la nota dolente anche per quelli che si dichiarano di estrema sinistra. Ci fanno paura. ci fa paura questa invasione di barbari. Se potessimo alzeremmo mura sempre più alte tra un confine e un altro. Eppure non si può. Ce la dobbiamo sorbire questa ondata di romeni, albanesi, africani, indiani, cinesi, afghani...E più passerà il tempo più la situazione peggiorerà.

Da quando sono piccola domandavo ai miei genitori a cosa servissero i documenti e le frontiere. Me lo domando tutt’ora. Mi guardo attorno e inorridita capisco quanto l’uomo sia diabolico e idiota allo stesso tempo. Vorrei fare un discorso meno pratico, un pò più idealista-irrazionale. Posso?! Vorrei poter non sentire più la parola patria, territorio, confine, schengen...vorrei non assistere più alla nazionalizzazione di un omicidio o di uno stupro. Siamo prima di tutto individui.

Poi popoli.Poi cittadini. Poi europei o asiatici. Conio una nuova parola.Un neologismo: snazionalizziamoci. Scrolliamoci di dosso le bandiere, gli inni, i nostri eroi nazional-popolari. Perchè ogni volta che nasce uno stato, ci priviamo di un pezzo di libertà.

E i rom questo errore non l’hanno mai fatto.



Marted́, 09 ottobre 2007