Lettera
Simpatia a scapito dell’obiettività

di Attilio Doni

Gentile direttore, possibile che una persona intelligente come Lucia annunziata, non riesca a vedere obiettivamente il caso Ferrara? Io ho l’impressione che abbia simpatia per il bravo giornalista e collega, e questo le impedisca di dare giudizi imparziali sulla questione. Scrive su La Stampa di oggi: "Cosa dice esattamente Ferrara? Dice che la cultura dell’aborto, iniziata come una rivendicazione di libertà e autodeterminazione, è stata trasformata, da una deriva etica e intellettuale, in una cultura dell’abitudine: l’aborto come anticoncezionale". Questo dice, è vero, e tutti, nel nostro Paese perlomeno, sono d’accordo che l’aborto non debba essere considerato alla stregua di un anticoncezionale. Ma se uno, in occasione della moratoria sulla pena di morte, se n’esce con la storia della moratoria sull’aborto, ha detto chiaramente qualcosa di ben diverso. Vale a dire, e lui lo ripete in ogni occasione, che tutti gli aborti "fanno schifo" (come fa schifo la pena di morte), che "l’aborto è un assassinio" (come la pena di morte), e via di seguito. In tal modo Ferrara, oltre ad aver creato una grande confusione, ha offeso e continua ad offendere motissime donne. Ha sbagliato nella sostanza, giacché moratoria sugli aborti significa moratoria su tutti gli aborti, così come moratoria sulla pena di morte significa moratoria su qualsiasi tipo di pena capitale; ed ha sbagliato e continua a sbagliare nel metodo.


Attilio Doni
Genova



Giovedì, 20 marzo 2008