Egregio “Sig. Vaticano”, complimenti, Lei è riuscito a farmi provare, per la prima volta, un sentimento nuovo per me: disprezzo senza se e senza ma.
Lei, questo disprezzo, me l’ha provocato con il Suo atteggiamento e voglio gridarglielo in faccia. Senza nascondermi. Con
nome e cognome.
Lei è entrato a forza nelle nostre case, tutti i giorni, attraverso la televisione, con i suoi rimproveri, con i suoi
consigli, con la sua visione distorta del mondo. Con il suo fanatismo insopportabile. Con il suo fondamentalismo da Lei
tanto criticato nei confronti di altre religioni.
Ehi, dico a Lei, chi Le dà il diritto di intromettersi nelle questioni del nostro Stato? Chi Le dà il diritto di giudicare
se sia giusto o no che due persone si amino e vogliano vivere assieme pur non essendo legati dal vincolo del matrimonio?
Chi le dà diritto di affermare che il rapporto omosessuale sia contro natura? Chi Le dà diritto di giudicare una donna che
voglia o sia costretta ad abortire?
Ehi, dico a Lei, che ne sa del dolore che prova proprio colei che è costretta ad abortire? Lancinante, straziante, che ti
distrugge, fisicamente e psicologicamente. Criminale è chi che non lo capisce, non la donna che abortisce.
Ehi, dico a Lei, come può criticare il “degrado di Roma”, “dagli affitti troppo alti”, quando l’Apsa, che gestisce le Sue
proprietà, è il primo immobiliarista della nostra città? Perché se è così “sensibile” al “caro affitti” non li abbassa?
Le ricordo che la città di Roma non Le fa pagare, stupidamente, l’ICI. E lo Stato italiano Le elargisce, stupidamente,
attraverso le convenzioni per le Sue cliniche e scuole private, un altro bel po’ di soldi.
Ehi, dico a Lei, almeno abbia il buon gusto di stare zitto. Anzi, dica grazie. Questi soldi regalati a Lei, potrebbero
essere destinati veramente a chi ne ha bisogno. A chi non rischia di perdere “l’anello del pescatore” perché, vivendo sotto
i ponti, nelle macchine, nelle stazioni o per strada, non ne ha neanche uno di latta.
Ehi, dico a Lei, Le propongo io, questa volta, una moratoria: stia in silenzio almeno durante la campagna elettorale. Non
telefoni più, almeno fino al 13 aprile, ai nuovi crociati italiani, di centro-destra e di centro, che per qualche voto in
più si sono venduti l’anima, il cervello e la dignità, diventando Suoi servi.
Ehi, dico a Lei, si occupi solo della Sua Città del Vaticano, dove noi non ci siamo mai permessi di mettere bocca.
Vittoria Pagliuca
Venerdì, 15 febbraio 2008
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