Lettera
Risurrezione

di Elisa Merlo

Caro direttore,
capita spesso che persone intelligenti, uniscano all’intelligenza una sorta d’ingenuità. Nella trasmissione di Gad Lerner "L’Infedele" (19 marzo), Paolo Flores d’Arcais, per dimostrare che i primi cristiani dubitavano della risurrezione di Gesù, si affannava, mentre il conduttore cercava in tutti i modi di metterlo a tacere, ad elencare tutti i contrasti tra le diverse narrazioni dell’evento, senza rendersi conto che è proprio il contrario: versioni del tutto simili di un fatto, destano sospetti di accordo preventivo tra i narratori, e quindi sulla veridicità del racconto. Si provi a far descrivere da testimoni di un incidente automobilistico, l’evento, e si vedrà che anche a poca distanza di tempo, daranno particolari diversi. Se ci sarà stato un morto, difficilmente qualcuno dirà che il morto non c’è stato. L’evento centrale viene di norma da tutti riferito; i particolari cambiano. Con ciò non voglio dare giudizi sulla verità della risurrezione di Cristo, però non vedo perché un cristiano debba avere tanta difficoltà a credervi, se è persuaso della Incarnazione. Non è già questo evento straordinario?

Elisa Merlo



Venerdì, 21 marzo 2008