Lettera
Replica alla risposta di Aldo Carboni de Il Soile 24 Ore

di Francecsa Ribeiro

Gentile direttore de’ "Il dialogo", la lettera da voi pubblicata il 27 aprile col titolo "Il Creatore per sua natura non può dispensare sofferenze", è stata pubblicata ieri 13 maggio dal Sole 24 Ore, con la risposta di Aldo Carboni. Le unisco il tutto con la mia replica, con preghiera di pubblicazione.
Saluti cordiali
Francecsa Ribeiro

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Il Sole 24 Ore 13 maggio 2008
La zampa del diavolo
Gentile direttore, una lettrice, docente di religione, scrive su La Stampa del 26 aprile: "Ritengo umilmente che il Creatore possa «regalare» a qualcuno parte delle sue sofferenze (piaghe dolorose e in suppurazione) per «richiamare» alla memoria dell’umanità cosa sono state le sue sofferenze fisiche". Il Creatore per sua natura non può dispensare sofferenze. Le sofferenze vengono dagli uomini e, secondo la Chiesa, anche dal diavolo. "Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi...Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo...Il Vangelo della vita, risuonato al principio con la creazione dell’uomo a immagine di Dio per un destino di vita piena e perfetta, viene contraddetto dall’esperienza lacerante della morte" (Evangelium vitae, 1, 7). A Gesù le sofferenze furono «regalate» dagli uomini; il Signore, secondo la docente di religione, ma anche secondo la Chiesa, sebbene per un fine buono, si metterebbe sullo stesso piano dei suoi crocifissori: dispensatore di piaghe dolorose! Si pensi: Dio e il diavolo collaborerebbero nell’infliggere tormenti ai santi! Inoltre: Dio non può ricorrere ad un mezzo cattivo per raggiungere un fine buono. E ancora: l’imitazione di Cristo (santità) deve avvenire nella sostanza e non nella forma (falsa imitazione), e l’unica via per essere santi è quella indicata nella lavanda dei piedi giovannea.
Francesca Ribeiro


Risposta di Aldo Carboni
Cerco di maneggiare con cura infinita questioni che mal si adattano a una risposta di giornale. Lo spazio è troppo corto; e bisogna asciugare le parole. Tutto il male del mondo - provo a riassumere il suo pensiero - è colpa del diavolo, Dio non c’entra. Può darsi che sia così; ma forse è una spiegazione un po’ troppo semplice. Non so perché, per associazione d’idee mi viene in mente la politica italiana, che a magagne non scherza. La sua tesi somiglia - alla lontana naturalmente, e mi vergogno per l’accostamento blasfemo - alla monomania di Di Pietro. Tutto il male dipende da Berlusconi. Non ci fosse quel diavolo del Cavaliere, l’Italia sarebbe davvero una pacchia. Troppo bello, per essere anche vero.

Replica di Francesca (lunga, tanto so che non sarà pubblicata).
Gentilissimo dott. Aldo Carboni, un ringraziamento caloroso innanzi tutto, per aver dato asilo ad una lettera raminga, che vagava da un giornale all’altro, chiedendo ospitalità, giacché rifiutata da "La Stampa", quotidiano al quale era indirizzata.
E grazie per la risposta, anche se, ahimè, nonostante la "cura infinita", ha fatto un po’ di confusione, come fanno sempre, del resto, quasi tutti i giornalisti, anche i cosiddetti vaticanisti, quando si mettono a parlare di religione cristiana. Un esempio è Antonio Socci che del Vangelo e del cristianesimo ha capito assai poco.
Riguardo a "tutto il male del mondo" non esprimevo il mio pensiero, bensì il pensiero delle Scritture e del Magistero della Chiesa. Però lei lo ha riassunto male. Infatti, io ho scritto che le sofferenze vengono dagli uomini e dal diavolo. Ed è ciò che affermano le Scritture e il Magistero. Per rendersene conto legga attentamente il passo citato della Evagelium vitae.
Così, per stare al suo "accostamento blasfemo", tutto il male dell’Italia (mondo) non sarebbe solo di Berlusconi (diavolo), ma anche degli elettori (progenitori) che hanno ceduto alla sue lusinghe. Scherzo ovviamente.
Il mio pensiero, in linea con l’affermazione appunto delle Scritture e del Magistero, si riferiva in particolare alle sofferenze (stimmate comprese) che molti santi si sono illusi di ricevere direttamente dal buon Dio. Questo concetto è inconciliabile col concetto del Dio cristiano. Molti uomini della Chiesa lo sanno perfettamente, ma non lo dicono per non deludere milioni di fedeli.
Il mio pensiero riguardava anche il fatto che l’unica imitazione di Cristo possibile è appunto quella indicata da Gesù nella lavanda dei piedi giovannea. Tutto il resto, profumi di viole e di rose, stimmate, botte da orbi da parte del demonio, corone di spine pigiate sulla testa da mano divina, ecc., sono tutte idiozie che nulla hanno da spartire con la santità.
Francesca Ribeiro

P.S. L’ossimoro manzoniano provvida sventura è una sorta di offesa a Dio.



Mercoledì, 14 maggio 2008