La Stampa 11 aprile 2008
Gentile direttore, il Pontefice ha dichiarato: "Il giudizio etico della Chiesa a riguardo del divorzio e dellaborto
procurato è chiaro e a tutti noto: si tratta di colpe gravi che...ledono la dignità della persona umana, implicano una
profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della
vita".
Ora, è da dimostrare che il divorzio, qualora sia necessario, onde evitare una vita insopportabile (non dignitosa) sia per
i coniugi sia per i figli, leda la dignità della persona. E da dimostrare che laborto nel caso ad esempio di un embrione
o di un feto portatore di malattia gravissima (con conseguente vita non dignitosa), leda la dignità della persona. E da
dimostrare, altresì, che divorzio, aborto, eutanasia, possano offendere Dio, qualora costituiscano la scelta del male
minore. Infine: il fatto che Dio sia autore della vita, non significa che decida Lui ogni volta la nascita e la morte di un
individuo. Non è possibile attribuire alla volontà di Dio nascite e morti disgraziate, senza essere blasfemi.
Veronica Tussi
Venerd́, 11 aprile 2008
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