Lettera
Quel che il Papa non dimostra

di Veronica Tussi

La Stampa 11 aprile 2008

Gentile direttore, il Pontefice ha dichiarato: "Il giudizio etico della Chiesa a riguardo del divorzio e dell’aborto procurato è chiaro e a tutti noto: si tratta di colpe gravi che...ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita".

Ora, è da dimostrare che il divorzio, qualora sia necessario, onde evitare una vita insopportabile (non dignitosa) sia per i coniugi sia per i figli, leda la dignità della persona. E’ da dimostrare che l’aborto nel caso ad esempio di un embrione o di un feto portatore di malattia gravissima (con conseguente vita non dignitosa), leda la dignità della persona. E’ da dimostrare, altresì, che divorzio, aborto, eutanasia, possano offendere Dio, qualora costituiscano la scelta del male minore. Infine: il fatto che Dio sia autore della vita, non significa che decida Lui ogni volta la nascita e la morte di un individuo. Non è possibile attribuire alla volontà di Dio nascite e morti disgraziate, senza essere blasfemi.



Veronica Tussi



Venerd́, 11 aprile 2008