Lettera
QUALE GIUSTIZIA?

di ANGELO GARRO e ANNA CREMONA

(genitori del defunto alpino Roberto caduto in tempo di pace)


Sono passati nove anni da quando il nostro unico figlio chiamato alla leva, non fece più ritorno a casa, se non quasi anonimamente in una lugubre bara di legno (www.alpinorobertogarro.it ).
Sono passati quattro anni da quando disperati ed esasperati per una giustizia irraggiungibile (sotto tutti gli aspetti) si nega nel modo più sfacciato. Giustizia che sotto forma dei suoi indegni rappresentanti arriva a negarci anche un semplice incontro con tal magistrato che da sempre ci archivia le nostre denunce senza nemmeno leggerle e tanto meno senza mai indagare sulla morte di nostro figlio e dei suoi tre commilitoni.

Quattro giovani militari morti misteriosamente una sera del giugno 1998, rimasti senza verità, senza giustizia e senza dignità; forse perché il nostro paese obbedendo a precise disposizioni imposte alla fine della 2° guerra mondiale che riguardano il famigerato e abusato "SEGRETO DI STATO", il "SEGRETO MILITARE" o il semplice "RISERVATO" di cui nessuno dei nostri politici, vecchi e nuovi, nonché nessuno dei nostri Governi dal dopoguerra ad oggi, nonostante le tante parole spese, si azzarda a 60 anni di distanza ad affrontarne la riforma. Oppure…… è soltanto una squallida storia di mala giustizia, di corruzione, di clientelismo, di mafia, di massoneria per cui la verità è sempre celata?

E così dopo quattro anni dall’ultima denuncia, si scoprono alcune delle tante vergogne che costellano questa brutta storia che ancora oggi ci spinge a sospettare di un attentato voluto o soltanto coperto dai nostri servizi cosiddetti "deviati?" che al servizio del cittadino proprio non sono!

Ma non si tratta solo si servizi "deviati" di cui oggi si fa un gran parlare, forse solo per poter riempire le pagine bianche dei giornali che altrimenti resterebbero bianche (si, anche i media hanno la loro parte), ma si tratta di qualcosa di ben più articolato e più perfido, dato che gli stessi uomini dei servizi "deviati" non cadono dal cielo per volontà divina, ma vengono nominati da altri uomini che noi stessi, i cittadini votanti eleggiamo con quelle cosiddette "democratiche e libere elezioni".

Si! Mi riferisco proprio a quel parlamento geronto-comico sui cui scranni in ogni legislatura viene spalmata quella misteriosa colla indissolvibile che incolla alle poltrone fannulloni incapaci arrivisti che già Giosuè Carducci definiva: " Voi piccoletti ladruncoli bastardi…"

Un connubio fra militari/politici/magistrati degno della peggior sceneggiata da repubblica delle banane altro che repubblica democratica basata sul lavoro; l’Italia è una repubblica basata sull’ipocrisia, l’indifferenza, la mafia, la massoneria.

Bene hanno fatto i genitori dei 27 bambini morti sotto il crollo della scuola Jovine di S. Giuliano di Puglia a strappare i certificati elettorali in segno di "civile protesta" contro uno Stato che nega sempre giustizia ai suoi cittadini più deboli.
Cosa dovremmo fare adesso noi nei confronti dello stesso Stato dopo essere da questi stati scippati dei nostri figli senza concederci giustizia ed addirittura calpestandone la Loro dignità?
«Bruceremo le tessere elettorali simbolo di quelle istituzioni nelle quali ormai non crediamo più» dichiarano gli stessi genitori!

Sicuramente oltre allo stesso gesto di strappare quel certificato elettorale simbolo di una democrazia malata e di una verità negata ci vien voglia di restituire al mittente quel Tricolore che ci fu consegnato dopo essere stato steso sulla bara di nostro figlio soldato, a mò di sipario sulle vergogne in essa nascoste, vergogne che ne offesero e ne offendono ancora oggi la dignità di uomo e di soldato considerato che nessuno ha ancora chiesto scusa.

Quindi nessuna giustizia e nessuna dignità, come oramai avviene da oltre venti anni per chi muore al servizio dello Stato (e sono ormai oltre 10/12.000 i morti) quindi vittime della Patria ingrata.

L’Italia è divenuto un paese in cui È stata legalizzata l’illegalità, e si è istituzionalizzato il sopruso e l’indifferenza. Lo dimostra l’alto numero di soldati ammalati di tumori vari e di Morbo di Hodgkin.

Oggi scopriamo a conferma di quanto dichiariamo di un intreccio di parentele e associazionismi fra quegli stessi magistrati che avrebbero dovuto dare un giudizio se non proprio salomonico almeno riguardoso verso quattro giovani militari fra cui il nostro unico figlio, morti lontani da casa, per servire una patria sempre più lontana e sempre più ingrata.

Scopriamo come e perché anche il nostro avvocato resosi latitante per due anni a causa di una denuncia che aveva il solo scopo intimidatorio da parte del magistrato regista ed esecutore di quel mandato impartito dalla Procura Militare di Padova che recitava: "nulla deve trapelare, ordine del Ministero" da una missiva del resuscitato avvocato arrivata in data 13 luglio 2007 che durante questa lunga latitanza ha indagato sui retroscena di questa vicenda; missiva che allegheremo alla presente.

Sono passati nove lunghi anni da quando siamo stati scippati dell’amore e della presenza del nostro unico e adorato figlio. Siamo stati ignorati vergognosamente dallo Stato quando abbiamo chiesto giustizia sulla Sua dignità calpestata, siamo stati ignorati da tutte quelle Istituzioni a cui ci siamo rivolti cercando la verità sulla morte terrena di nostro figlio; nove lunghi anni in cui non si è mai minimamente assopito ne il dolore ne la rabbia di non essere ascoltati, nonché non si è assopito il desideri di restituire a nostro figlio quella dignità che lo Stato Italiano Gli ha calpestato; e per ciò lotteremo fin che vita avremo!
anna cremona e angelo garro
(genitori del defunto alpino Roberto caduto in tempo di pace)

P.S. Anche l’incontro con il Presidente della Camera dei Deputati a cui ci siamo appellati, con i Presidenti della Commissione Difesa della Camera e del Senato programmati con tanta fatica e da vari mesi per il giorno 25 luglio 2007, sono saltati a causa delle "dichiarazioni di voto" saltati alla ribalta improvvisamente (?) per la stessa giornata.

Frammento del commento del nostro redivivo avvocato impossibile da incollare

ANGELO GARRO e ANNA CREMONA
Via Castel Morrone, 5 - 20129 Milano
Tel/Fax 02.7389527 Cell. 338.9351886
E-Mail: angelogarro@alice.it




http://www.alpinorobertogarro.it



Venerdì, 10 agosto 2007