Lettera
La purezza del messaggio cristiano

di Veronica Tussi

Gentile signora Lucia Annunziata, rispondendo ad un lettore (La Stampa 10 marzo), lei afferma: "Il Papa è un simbolo religioso e un leader mondiale importantissimo e per questo gli è dovuto un rispetto assoluto, nei toni come nelle argomentazioni...Né useremmo toni così «alla mano» per un importante rabbino o la guida spirituale degli Sciiti o Sunniti". Mi permetto di contraddirla almeno in parte. Non discuto sul rispetto dovuto a questo Papa, però non è bene generalizzare. La storia è ricca di simboli religiosi e di leader importantissimi, le cui parole e i cui comportamenti avrebbero meritato ben altro che toni «alla mano». Se una persona dice cose sbagliate o si comporta in modo sbagliato, penso sia persino doveroso farglielo notare, anche ricorrendo all’ironia o alla satira. Poi lei scrive: "Questo Papa è un uomo severo...Severo è il suo approccio alla dottrina, nella ricerca di un ritorno all’essenza e alla purezza del messaggio cristiano...". Su questo sono ancora meno d’accordo. Potrei farle un lungo elenco di affermazioni fatte da papa Ratzinger, che sono in contrasto e con la purezza del messaggio cristiano e con la ragione. Ne ricordo un paio, citando una mia lettera da lei pubblicata il 23 ottobre 2006, e da lei intitolata "Una forma di razzismo inconsapevole", in cui dimostravo appunto che il discorso del Papa a Verona ("forme deboli e deviate di amore") era razzistico e quindi offensivo. E citando una lettera dello scrittore Renato Pierri, pubblicata proprio oggi da lei, intitolata "Quando è «maschile» anche la coscienza", e che fa riferimento al fatto che la Chiesa ancora oggi, con argomentazioni che non trovano serio fondamento nel Vangelo e neppure nella ragione, si ostina a negare il sacerdozio alle donne. Se vuole però rendersi ben conto del contrasto tra la dottrina della Chiesa e il messaggio cristiano, legga attentamente il Catechismo.

Un caro saluto

Veronica Tussi



Lunedì, 10 marzo 2008