Lettera
Pubblicità istiganti

di Massimiliano Magno

Buongiorno a tutti
Volevo porvi una questione che a me personalmente ha dato molto fastidio, anche se io non ho avuto perdite di persone vicine a causa di incidenti stradali.
Sta girando in questi giorni la pubblicita’ della nuova punto in cui due ragazzi guidano la macchina a velocita’ a mio avviso sostenuta, mentre in sottofondo si ascoltano le note, ma sopratutto le parole di una canzone di Rino Gaetano, vittima tra l’altro di un incidente stradale, che fa: "E filava, filava, filava dritto".
Grande frenata della macchina, forse per far vedere la risposta della frenata appunto, nugolo di macchine all’orizzonte e poi appare la scritta "E’ bello farsi inseguire".
La macchina riparte con grande accelerazione e vola letteralmente quando incontra un dosso.
A me sembra una chiara istigazione a correre, e sappiamo tutti ahime bene quanto la televisione condizioni i ragazzi di oggi.
Volevo conoscere il vostro pensiero, perche si parla tanto di educazione stradale e poi una pubblicita’ del genere secondo me va esattamente controtendenza.
Non si potrebbe richiedere legalmente la rimozione, non solo di suddetto spot, ho fatto riferimento a questo perche e’ lo spot del momento, ma di tutti gli spot, che fanno della velocita’ lo slogan del loro prodotto, dal palinsesto pubblicitario?
Grazie dell’attenzione


Risponde il direttore


Gentile Massimiliano,
siamo perfettamente d’accordo con te. Questa come tutte le pubblicità commerciali è sicuramente ingannevole e deviante. E’ ingannevole perché descrive una realtà inesistente, quale quella di strade senz’auto dove si può correre liberamente, e poi è ingannevole perché fa vedere un’auto che vola e che va a velocità sicuramente superiore a quella massima consentita.
Contro le pubblicità ingannevoli è possibile fare ricorso all’autorità garante per la concorrenza ed il mercato per pubblicità ingannevole. Noi ne abbiamo fatte molte e in molte occasioni abbiamo avuto ragione. Purtroppo però le case condannate per pubblicità ingannevole di solito fanno ricorso al tar con il risultato di insabbiare tutto o quasi tutto.
Si può però organizzare sicuramente una petizione rivolta alla Rai, raccogliere quante più firme possibili o tempestare di email la stessa rai con messaggi di disapprovazione di quella pubblicità fino ad intasare il loro sito.
Cominceremo, se sei d’accordo, a pubblicare la tua lettera e ad invitare i nostri lettori a sottoscrivere e poi vedere come va.
Cordiali saluti


Giovanni Sarubbi


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Mercoledì, 02 luglio 2008