Lettera
Poliziotto di famiglia

di Veronica Tussi

Caro direttore, ogni volta che si parla di sicurezza e della paura delle donne d’essere aggredite per strada, qualcuno se n’esce col discorso che la maggior parte delle violenze e degli stupri avvengono in famiglia. Spero non lo abbia fatto anche lei, altrimenti cestinerà questa mia. Anche il bravo Gad Lerner, durante la trasmissione L’infedele del 7 maggio, dedicata appunto al tema della sicurezza, ha riferito con foga i dati dell’Istat relativi agli stupri in famiglia. Ma che cosa c’entra? Una donna che ha ricevuto o riceve violenze in famiglia, non ha il problema della sicurezza quando è fuori di casa? Il problema delle violenze in famiglia va affrontato con strumenti diversi, salvo che qualcuno oltre al poliziotto di quartiere non pensi anche al poliziotto di famiglia.


Veronica Tussi



Giovedì, 08 maggio 2008