Lettera
Pazienza

di Veronica Tussi

Caro direttore, essere costretti ad affrontare un problema come se fosse la prima volta, dopo averne parlato all’infinito, averlo sviscerato, ed essere anche giunti ad una conclusione, è cosa che dà una sorta di fastidio allo stomaco. Fastidio che ovviamente non provano gli insegnanti, giacché ripetere fa parte del loro mestiere, e sanno che parlano a chi il problema ovviamente lo conosce poco o non lo conosce affatto, oppure sull’argomento ha le idee confuse. Bisogna però riconoscere che hanno una bella pazienza. Io stessa ho avuto questa pazienza quando per l’ennesima volta, ad esempio, ho dovuto spiegare agli alunni che occorre distinguere tra aborto necessario ed inevitabile, ed aborto non necessario ed evitabile. Ora, apprendendo dai giornali che Adriano Sofri ha scritto un libro indirizzato a Giuliano Ferrara, mi sono chiesta: come avrà fatto il bravo scrittore ad evitare la gastrite? L’unica possibilità è che abbia immaginato se stesso nel ruolo dell’insegnante, e Giuliano Ferrara nel ruolo dell’alunnetto dalle idee confuse.

Veronica Tussi
(ex docente di religione cattolica)



Domenica, 16 marzo 2008