Lettera
Lucia Annunziata preferisce non fare chiarezza...

di Renato Pierri

Gentile direttore, Lucia Annunziata preferisce non fare chiarezza, e non pubblica, mentre l’intelligente Oreste del Buono, che curava la stessa rubrica, non solo pubblicava una lettera dal contenuto analogo, ma mi rispondeva così: "Gentile corrispondente, mi piacciono il suo ragionamento e le sue citazioni. Ho l’impressione che, con l’aumento progressivo dei divorziati, la Chiesa cattolica, già si avvicini ad assumere i comportamenti che lei si augura" (La Stampa 27 luglio 2001).

Un caro saluto
Renato Pierri

P.S. Ovviamente la lettera non vuole esprimere giudizi sui divorziati risposati; si limita a rilevare il contrasto tra il comportamento della Chiesa e il comportamento di Gesù.
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Il Riformista 23 settembre
L’eucaristia ai divorziati risposati
Gentile direttore, su La Stampa (22 sett.) un lettore scrive: "Sulla comunione ai divorziati sposati non si capisce tanto clamore... Se invece il loro unico cruccio è il «non poter fare la comunione», vuol dire che non hanno capito nulla della vita cristiana e probabilmente non hanno mai letto il Vangelo". Purtroppo il quotidiano intitola la lettera: "Forse è meglio ripassare il Vangelo" quasi a conferma di quanto asserisce il lettore. In realtà nel Vangelo esistono episodi importantissimi (costituiscono il Vangelo stesso) che dimostrano chiaramente l’errore della Chiesa di negare l’eucaristia ai divorziati risposati. Gesù, nell’ultima Cena, spezza il pane e lo offre ai discepoli tutti, compreso chi si trovava in una situazione di peccato ben più grave di quella di un divorziato risposato: Giuda. Se glielo avesse negato, certamente gli evangelisti lo avrebbero riferito. Quando disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me» (Luca 22,19), non pose nessuna condizione alla distribuzione del pane spezzato. Giovanni riferisce che il Signore lavò i piedi anche a chi non capiva il suo gesto: «Arriva dunque a Simon Pietro. Gli dice: Signore, tu mi lavi i piedi? Gli rispose Gesù: Ciò che io ti faccio, tu ora non lo sai; lo comprenderai in seguito (Gv 13,6-7). E lavò i piedi anche a chi non era puro (Gv 13,11). Non potrebbe, il sacerdote, porgere l’ostia consacrata al divorziato risposato, nella speranza che egli “comprenda in seguito”? La Chiesa, negando l’Eucaristia a chiunque la chieda, agisce in modo diverso da Cristo.

Renato Pierri



Martedì, 23 settembre 2008