Lettera
Per favore non chiamateli clandestini

di Luigi Mochi Sismondi

15/06/2008

Cari amici questa sera ho inviato a Repubblica.it questa mail, se qualcuno la condivide può firmarla ed inviarla a vzucconi@aol.com

repubblicawww@repubblica.it

Caro dott. Zucconi, sono un lettore di Repubbliica.it, che è una delle mie fonti più importanti di informazione, stimo lei e la redazione con cui spesso mi trovo d’accordo.

Ora ho un grave problema in riferimento all’articolo di stasera 15 giugno che descrive l’ennesima morte di sei poveri Cristi (ed è con tutto il cuore che li chiamo così), ci sono morti bambini, e non è la prima volta.

Per favore non chiamateli clandestini, le parole hanno il loro peso, sono uomini, donne, bambini, poveri e pieni di speranza di dare una svolta alla loro vita.Chiamateli per nome, per nazionalità, per sesso, per età; chiamateli semplicentemente uomini o meglio "fratelli" ma per favore lo ripeto non chiamateli clandestini, non sono in clandestinità non hanno le coperture diplomatiche, non si nascondono, sono solo se stessi, poveri e indifesi.

Ma, caro direttore, non si accorge che in questo modo perdiamo tutta la nostra umanità? Non so se questa lettera arriverà fino a lei che ripeto stimo e ammiro per la sua onestà intellettuale o sarà filtrata da qualche solerte impiegato, ma coraggio!, non ci rassegnamo all’orrore, che Repubblica (almeno quella.it) resti un baluardo di civiltà.

Con stima e fiducia sperando in una risposta meditata che porti ad un cambio di termini visibile già da domani. Sarebbe un bel segno una pubblicazione di questa mia, ma non so se potete farlo, comunque penso che a volte sia necessario "resistere" al pubblico sentire piuttosto che assecondare la barbarie.


Luigi Mochi Sismondi
Roma



Luned́, 16 giugno 2008