Lettera
Maestro unico

di raffaele ibba

Il maestro unico è, insieme alla diminuzione dell’orario scolastico, al compattamento a ventiquattro ore di lezione frontale, alla riduzione netta delle classi in organico di diritto, ai limiti di spesa sui libri, una di quelle azioni il cui risultato finale è - semplicemente - di portare alla fine della scuola per tutti, almeno così come è stata conosciuta in Italia finora. Da Gentile in poi, beninteso, perché Gentile certo che non garantiva il liceo a tutti ma, ed almeno in linea di principio che in linea di fatto era molto diverso, garantiva una istruzione a tutti. La democrazia e la repubblica, sopratutto con la democrazia cristiana perchè ben poco riconosco ai socialisti, hanno reso questo diritto effettivo e l’hanno fatto diventare reale praticamente per tutta la popolazione italiana. Allora, i tre maestri erano (e sono. ancora) un passo fondamentale nella direzione di fare della scuola di base un sistema di istruzione potente, per capacità, diffusione e articolazione delle competenze nel territorio. Il maestro unico è, semplicemente, la volontà di riportare l’istruzione elementare ad un livello di incompetenza e di scarsa diffusione nel territorio (perchè poi questo maestro unico viene messo per ventiquattr’ore alla settimana davanti ai bambini, ed in più deve fare nelle altre ore tutto il resto, e nel poco tempo che gli avanza anche vivere).

Quindi questo governicchio di pulcinelle e pulcinelli sta completando l’opera già inziata da molto tempo.

Andate a controllare cosa scriveva l’Ocse vent’anni fa sul sistema di istruzione pubblico, come era ed è quello italiano: che occorreva trasformarlo nel mercato finale di sistemi di istruzione informatici a modulo chiuso (autoapprendimento lo chiamano, mentendo come Goebbels quando parlava di libertà), prodotti da multinazioni (anglosassoni e chissà, cinesi o indiane) del settore, e rispetto a cui la funzione umana è solo di tutor.

Cioè l’insegnante sparisce.

Naturalmente i ricchi avranno sempre le loro belle scuole selezionate dove si fa lezione quattro o cinque ore al giorno, con docenti soltanto competenti della disciplina (e non di cose strane, molli ed informi come la pedagogia), e con un insegnamento prevalentemente frontale.

I ricchi, beninteso, perchè una scuola così il 97/98 % dei suoi introiti li spende SOLTANTO in docenti umani. Perchè la scuola è fatta SOLTANTO di esseri umani che trasmettono dei valori e delle conoscenze a dei soggetti umani che imparano valori e conoscenze. Dopo, dopo nella vita adulta e nel lavoro, impareranno anche ad utilizzare le conoscenze ed a vivere secondo i valori o a disfarsi dei valori. Ma dopo, però, perchè non spetta alla scuola insegnarlo. Il resto, quando dicono e scrivono (con dotta ampiezza di documentate menzogne e schizofreniche cazzate) che non è più così, che bisogna fare una istruzione permanente, che viviamo in una società della conoscenza, etc etc frugando tra le immondezze dei cervelli e degli scroti umani, il resto sono (appunto) immonde cazzate.

Infine ma decisivo, per me e non solo.

Unicamente la scuola garantita dalla democrazia garantisce e permette la libertà religiosa di istruzione e niente affatto la scuola "privata", dove "privata” significa “tolta”, “levata” all’interesse di tutti per sottometterla all’interesse di qualcuno. Infatti e nonostante le becere e tardive fantasie dei massoni, la religione in generale e Cristo in specie sono l’unico vero interesse pubblico che ci sia dato avere e di cui si possa realmente discutere, e di cui, quindi, occorra avere istruzione.

La scuola pubblica, di tutti e pagata (al 98% di stipendi) da tutti, solo questa istituzione tanto inefficiente quanto necessaria garantisce la libera discussione ed il libero apprendimento di ciò che appartiene a tutti, questo nostro supremo interesse di vita e libertà: Cristo Gesù.

ciao

raffaele ibba
cagliari



Mercoledì, 03 settembre 2008