Lettera
Iniezione letale

di Renato Pierri

Gentile direttore, la Corte suprema degli Stati Uniti ha confermato l’uso delle iniezioni letali per le esecuzioni. Le uccisioni dei condannati alla pena capitale potranno riprendere, giacché gli Usa hanno già fatto sapere che non si atterranno alla moratoria sulla pena di morte. Ieri sera alcuni Tg, mentre trasmettevano la notizia, mostravano i locali ove avvengono le esecuzioni, il lettino, le cinghie per tenere ben stretto il condannato, le poltrone dove siedono coloro che possono assistere allo spettacolo. Hitler aveva creato strutture idonee per uccidere moltitudini d’innocenti. Gli stati in cui vige la pena di morte, hanno creato strutture idonee per uccidere persone colpevoli, ed ogni tanto, magari per errore, qualche innocente. C’è un’enorme differenza, ma ci sono anche innegabili analogie. Ciò che sconcerta in coloro che sostengono ancora oggi la pena di morte, è la confusione tra sentimenti e ragione, nonché la rinuncia totale a quest’ultima. Chiedono, per mettere in imbarazzo chi non è d’accordo: «Saresti dello stesso parere, se avessero ucciso un tuo familiare?». E cadono così nella confusione tra sentimento e ragione. Calpestano quest’ultima, invece, quando di un principio assoluto - la sacralità della vita - fanno un principio relativo: inviolabile la vita dell’innocente; violabile la vita del colpevole. Il colmo della stoltezza è quando tale assurdo concetto del valore della vita viene tranquillamente attribuito al dio in cui si crede.


Renato Pierri



Giovedì, 17 aprile 2008