Lettera
La RAI sempre più in basso

di Giovanni Carbone

“Parenti talenti” è stata la trasmissione andata in onda sabato sera su RAI 1. Ben condotto poteva essere un varietà riuscito.

Già l’idea della giuria chiamata a giudicare per ogni esibizione ha impoverito notevolmente la qualità dello spettacolo. Si aggiunga che i componenti la giuria, assolutamente non all’altezza del compito, hanno contribuito con i loro inopportuni e impropri interventi a squalificare ancora di più il programma.

Pago l’esoso canone RAI per avere un prodotto di qualità. Se è vero che la massa degli spettatori denota una sottocultura, è pur vero che i mezzi di comunicazione hanno l’obbligo di invertire la tendenza al meglio.

Insomma la Rai non deve essere una televisione commerciale per molteplici motivi. In verità non andrebbero neanche autorizzate quelle destinate a far cassa a scapito del buon gusto e della buona educazione.

Ritornando a “Parenti talenti” la giuria tappabuchi è stato un balordo modello da non riproporre. Meglio sarebbe stato formare un’unica giuria, magari quella popolare, chiamata a compilare una pagella prevista per la valutazione delle varie qualità - la simpatia, la spontaneità, la capacità interpretativa, la compostezza, tant’altro - e conferire il voto finale ottenuto dall’addizione dei vari fattori.

Allora si permetta all’ambiguo Maggioglio di comporre canzoni. Si conceda al curioso marito di Carmen Russo – non so come si chiami - di danzare possibilmente mascherato. Si mandi definitivamente in pensione il ridicolo Luca Giurato. Perché in ogni caso il troppo stroppia. Il loro squallore riflette l’incapacità degli autori. Quest’ultimi dovrebbero essere avviati alla loro attività, previo un rigido corso della lingua italiana.

Ma è mai possibile che nessuno dei tanti professori della lingua italiana, di qualunque livello della scuola, attiri l’attenzione sulla regola della concordanza? Il predicato verbale concorda con il complemento oggetto quando questo lo precede. “Grazie per averci seguito” è uno strafalcione ripetuto quotidianamente dai giornalisti di qualunque rete televisiva.

La frase corretta è: grazie per averci seguiti. In questa locuzione, che sta per grazie per aver seguito noi, il complemento oggetto “ci” precede il predicato verbale che in questo caso concorda con esso. Rivolgendosi ad una donna, non è corretto dire: io che ti ho baciato, ma io che ti ho baciata…

Dovrei riascoltare la canzone “Eri piccola così”, già cantata senza errori dalla buonanima di Buscaglioni, per affermare che il colletto bianco dottor Scopece sia stato altrettanto corretto nella sua esibizione. Ma nella stessa trasmissione sono stati copiosi gli errori di lingua.

La RAI vuole diventare sempre più sciatta, volgare, diseducativa? In questo caso sarò io a dover provvedere a disdire l’abbonamento.

Posso aspettarmi un vostro riscontro?

Giovanni Carbone
Torre del Greco (NA)



Venerdì, 25 luglio 2008