Lettera
Invidia

Ogni tanto, caro direttore, do una scorsa alle copie arretrate di giornali e riviste, prima di dare il consenso alla mia gentile signora di eliminare un po’ di "cartaccia". E così, su La Stampa del 15 maggio, ho riletto "Buongiorno" di Massimo Gramellini, il quale parla del "morbo dell’invidia" di giornalisti e scrittori per i colleghi più fortunati che hanno avuto successo. E nomina, tra questi ultimi, gli invidiatissimi Saviano e Travaglio. Io, per gli scrittori e i giornalisti che meritano il riconoscimento grazie alle loro reali doti, ho l’innocente invidia che è semplicemente il desiderio di partecipare all’altrui godimento; ho invece un vero risentimento, una rabbia incontenibile irrefrenabile (esagerato?) per quegli scrittori e quei giornalisti che non valgono una cicca, ma vendono ugualmente migliaia di copie dei loro libri. Una stizza da non credere nel vedere esposte in bella mostra nelle librerie imbecillità magari anche in lussuosa copertina, solo perché pubblicate da qualche colosso dell’editoria, e trovare nascosti negli scaffali libri importanti di autori poco conosciuti pubblicati da piccole case editrici. Volete qualche esempio degli uni e degli altri? Fate un salto in una grande libreria. Forse, ma non ve lo assicuro, tra quelli nascosti troverete anche i miei.

Un invidioso
(Lettera firmata)



Venerdì, 06 giugno 2008