Lettera
Ho (o avevamo?) un sogno.

di Augusta De Piero

28 agosto 1963

E’ il brano conclusivo del discorso di Martin Luther King. (si può leggere integralmente andando a: http://www.peacelink.it/storia/a/5433.html)

Che quelle parole, indubbiamente calibrate con gli strumenti di una retorica alta, non fossero vacue emissioni di voce ma frutto di un vissuto consapevole che il solo pronunciarle metteva in gioco fino in fondo, lo avrebbe dimostrato la morte di King il 4 aprile 1968.

Ora –e non so se la conclusione della Convention democratica negli USA avvenga oggi per caso o per scelta- il colore della pelle diventa simbolo di un processo di uguaglianza e se il candidato nero alla Casa Bianca diventerà presidente degli USA non sarà colui che realizza il sogno ma colui che lo trasforma in politica.

Politica significa decisioni quotidiane in un confronto, sempre duro e spesso frustrante, con la realtà. A chi collaborerà con lui nel suo primo mandato –se sarà presidente- spetterà scavare nei fatti, realizzare un rapporto trasparente e onesto con la ricerca di consenso e il ‘sogno’ dovrà essere la base del loro pensare e del loro fare, se la coincidenza di date a quarantacinque anni di distanza non vorrà sostanziare l’espediente di una beffa.

Mi torna in mente quel che avevo scritto il 28 luglio e il 3 agosto nel mio blog sulla volgarità del dito medio elevato a retorica ministeriale. Era anche quello il segno di un sogno: il sogno dell’affermazione del forte sul debole, dell’ignoranza sulla conoscenza, della beffa sull’informazione che crea libertà.

Molti risposero opponendo al medio di Bossi quello di un bambino, serissimo, evidentemente nel prendere le distanze: appariva su un poster che rimbalzò di blog in blog, si sito in sito.

Io continuo a pensare che non sia il caso di rispondere alla retorica (per me disgustosa) di un pur ministeriale dito, con tante non ministeriali dita: occorre trovare altri simboli.

Ma mi chiedo se in Italia siamo capaci di un sogno collettivo che possa farsi progetto chiaro di speranza condivisibile.

Forse allora sapremo trovarne un’immagine significante.



Giovedì, 28 agosto 2008